“Centrosinistra e destre unite a Firenze sul nuovo aeroporto, mentre il Movimento 5 Stelle a livello nazionale che farà?”
“Un emendamento in Parlamento per il Franchi, un articolo nel decreto Semplificazioni per il nuovo aeroporto da costruire a Peretola.
Già che ci siamo – commentano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – chiediamo a Italia Viva di proporre una totale deregolamentazione sul piano urbanistico, ambientale e paesaggistico per il nostro territorio. La Lega concorderà, come pure il Partito Democratico, mentre il Movimento 5 Stelle immaginiamo che si opporrà in ordine – molto – sparso a livello locale, per cedere poi fermamente al Governo nazionale.
In fondo la VAS e la VIA sono state la ragione principale per cui i tribunali hanno bloccato i precedenti progetti per l’aeroporto che “Firenze si merita”, secondo l’espressione del Sindaco (lo sappiamo, in Toscana i pisani sono sempre stati visti di cattivo occhio, qui si misurano “i meriti” dei diversi Comuni con una classifica precisa che affonda le radici nell’Italia medievale..). Con buona pace dell’Architetto Detti…“Fast, fast, fast” dice la stessa politica che in questi decenni (per fortuna) non ha saputo portare a termine molti dei suoi disastrosi progetti (inceneritore, nuovo aeroporto, stazione Foster).
Se aggiriamo le norme, possiamo farcela, dicono senza ritegno, da destra e centrosinistra.
Se su Case Passerini abbiamo ottenuto ragione definitiva, come sinistra “di opposizione” continueremo a lottare per impedire la devastazione della piana fiorentina, per tutelare il parco e il polo scientifico che ci meritiamo di vedere sviluppati, come Città, Regione e Paese , come pianeta…
Nel frattempo chiediamo al Sindaco, alla Giunta e alla maggioranza: ma alle sorvolate e ai sorvolati di Firenze avete intenzione di prestare ascolto?
Perché, progetti decennali a parte, ci sarebbe da riconoscere il diritto al riposo anche di quella popolazione residente, sistematicamente negato, con seri dubbi sul rispetto delle norme nazionali, a cominciare da quelle a tutela degli insediamenti umani troppo vicini allo scalo, già previsti molti anni fa e mai applicati.
Non si osi imbracciare il ricatto occupazionale. La salvaguardia dei livelli salariali e delle classi lavoratrici si può tutelare in molti modi, mentre recentemente il precariato e lo sfruttamento segnano anche i nostri aeroporti, facendo lo spezzatino delle funzioni ed esternalizzando, mettendo in concorrenza diversi livelli di povertà.
Vogliamo ricordare un ultimo punto: il cambiamento climatico, che non è andato in ferie per fare posto alla pandemia. Volare meno e volare meglio – concludono Palagi e Bundu – è una necessità per il nostro futuro, che può essere costruito trovando soluzioni alla paura della disoccupazione.
Lavoro, salute, ambiente, diritti: le cose si tengono, un tempo la politica ne era consapevole, oggi invece le altre forze politiche sembrano pensare solo al profitto e alla speculazione di pochi privati”