“Le risposte alle interrogazioni presentate dopo le audizioni in commissione ambiente dimostrano la necessità di un confronto costruttivo per non sprecare l’opportunità di un cambiamento”
Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune e di Andrés Lasso – già candidato Sindaco dei Verdi a Firenze
“Firenze si appresta a compiere dei grossi cambiamenti nel 2021 sul tema rifiuti, per cercare di raggiungere gli obiettivi previsti dall’Europa sulle percentuali di raccolta differenziata, sui quali la città è fino ad ora inadempiente. Abbiamo chiesto perché per il nuovo piano dei rifiuti si stia puntando esclusivamente sulla tecnologia, su un nuovo cassonetto ipertecnologico (detto A-bin), anziché sul sistema che è unanimemente considerato, dagli esperti, quello col quale si raggiungono le percentuali più alte di differenziata: il porta a porta con tariffazione puntuale, che consente di avere risultati sempre sopra il 70% fino a superare il 90%. Ci è stato risposto che si vuole la massima efficienza con minore numero possibile di personale impiegato: insomma si vuole spendere meno.
Questo è quanto si evince dalle risposte ad alcune interrogazioni presentate da Sinistra Progetto Comune, a cui hanno risposto Giunta e ALIA. Ma costa davvero di più un approccio “labour intensive” anziché “capital intensive”? L’esperienza di molti comuni dimostra di no. Oltre al fatto che questa crisi pandemica sta ponendo di stretta attualità la necessità di ripensare l’organizzazione della nostra società proprio sul piano del lavoro e dei servizi, che un approccio labour intensive ha delle ricadute occupazionali utili proprio in tempo di crisi, che la qualità dei servizi dipende molto dal tipo di relazione che può crearsi tra chi opera nei servizi ambientali e la cittadinanza.
Cosa che nessuna applicazione sui dispositivi mobili può sostituire. Mai come in questi mesi di distanziamento fisico si è resa evidente l’importanza del contatto fra le persone e il fatto che la tecnologia è sì un ausilio, ma non sostituisce mai del tutto la relazione, la presenza e il lavoro umano: non cogliere questo oggi significa restare ingenuamente ancorati ad un approccio superato dalla storia.
Sulla tecnologia A-bin non ci sono dati tali da poter competere con le percentuali di raccolta differenziata delle esperienze porta a porta più consolidate. Anzi, a leggere le risposte alle nostre interrogazioni, sembrano non esserci proprio dati di questo tipo. Scommettere al buio in un territorio inadempiente rispetto agli obiettivi europei di riciclo è come minimo rischioso. Tanto più che l’unico controllo sulla bontà del conferimento sarà a posteriori e quindi il risultato sarà in gran parte frutto del comportamento della cittadinanza, grosso modo come adesso.
Siamo confortati dal fatto che il Consiglio comunale, in commissione, abbia già espresso parere favorevole sulla nostra proposta di invitare realtà sportive e artistiche a lavorare sul piano della comunicazione e dell’informazione. Siamo però ancora più convinti, dopo le risposte lette, che sia necessario investire in una relazione tra chi lavora e l’utenza che “produce” rifiuti. Bene che ci sia una nuova consapevolezza sui rifiuti e un obiettivo che punti sulla differenziata, così come condividiamo la decisione di non puntare su modalità punitive per ottenere comportamenti virtuosi da parte di chi vive il tessuto urbano. Temiamo però che i risultati saranno solo parziali, senza adeguati investimenti occupazionali (con i quali oltretutto si potrebbe coprire una presenza diffusa e capillare degli ecocentri).
Come fatto fino a oggi continueremo a seguire questo nuovo piano dei rifiuti con disponibilità al confronto e letture propositive, confidando che la maggioranza e la Giunta possano rispondere con lo stesso approccio”.