Ricevuti in Palazzo Vecchio dal Presidente del Consiglio comunale Luca Milani
Sanna Ghotbi e Benjamin Ladraa di solidarity Rising sono due difensori dei diritti umani svedesi che sono stati ricevuti in Palazzo Vecchio dal Presidente del Consiglio comunale Luca Milani. All’incontro ha partecipato anche il consigliere di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e sono stati accompagnati da attivisti della Casa dei diritti dei popoli Toscana e presenza dell’International press agency.
In bicicletta, Sanna e Benjamin stanno facendo un giro intorno al Mondo per circa 48.000 km. in 40 paesi diversi (sono partiti dalla Svezia, sono già stati in Europa, in Corea del Sud, in Giappone e nel sudest asiatico) per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’ultima colonia africana, il Sahara Occidentale. Hanno iniziato il loro giro più di un anno fa e l’Italia è il loro ventesimo Paese.
“Firenze – ha ricordato il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – ha sempre posto grande attenzione alla causa del popolo Saharawi. Durante l’anno, grazie all’impegno di alcune associazioni, a Firenze e Provincia, vengono accolti bambini e giovani provenienti dal Sahara Occidentale che vengono ospitati presso varie famiglie. Sono i nostri “ambasciatori di Pace” che portano all’attenzione dell’opinione pubblica la situazione che vive la popolazione Saharawi che, ormai da decenni, vive in veri e propri campi profughi. Sempre più – ha aggiunto Milani – assistiamo alla costruzione di muri per la separazione di popoli. Anche nei Paesi occidentali, la situazione del popolo Saharawi non è così conosciuta e così studiata, la missione che stanno portando avanti Sanna e Benjamin è estremamente importante – ha concluso il presidente Milani – ed è fatta con fatica, sudore e passione. L’obiettivo che si pongono è di incontrare le Università e le Istituzioni nei vari paesi a tutti i livelli. Firenze si è assunta l’impegno di rimanere sempre attenta sulla questione del popolo Saharawi”.
Sono più di 175.000 i rifugiati Saharawi che vivono nel duro deserto algerino e dipendono praticamente dagli aiuti umanitari per sopravvivere. Una sopravvivenza sempre più difficile che non vede prospettive politiche per l’autodeterminazione e sovranità. Quindi il viaggio di Sanna e Benjamin si colloca in un ottica di nuova speranza ed efficace sensibilizzazione ai Governi nazionali.