“A circa due settimane dalla riapertura delle scuole ci sembra che non sia cambiato sostanzialmente nulla rispetto all’anno scorso. Lo diciamo con preoccupazione, sperando di sbagliarci”
Lorenzo Ballerini, Campi a Sinistra (Comune di Campi Bisenzio)
Enrico Carpini, Territori Beni Comuni (Città Metropolitana)
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu, Sinistra Progetto Comune (Comune di Firenze)
Appena due settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico: a che punto siamo? Purtroppo, preoccupa dirlo, siamo al punto di partenza. Allo stesso di un anno fa.
In questi mesi non si è fatto altro che, giustamente, invitare tutti e tutte a vaccinarsi, senza però intervenire in nessun modo con azioni concrete dirette a migliorare le condizioni generali (anche perché le condizioni erano spesso inaccettabili anche prima dell’emergenza sanitaria).
Non esiste infatti ancora un “piano scuola”, niente è stato fatto per risolvere il problema delle “classi pollaio”, nessuna indicazione sulla gestione di possibili e purtroppo probabili casi COVID nelle classi, niente nuove assunzioni.
Non solo: a che punto siamo con le assegnazioni delle cattedre?
Saranno attivati i servizi di pre e post scuola, oppure come l’anno precedente, a causa della mancanza di spazi in molte scuole, le famiglie dovranno arrangiarsi in altro modo?
C’è poi tutto il capitolo dei trasporti.
Il vertice in Prefettura per la messa a punto del piano operativo, che cosa ha prodotto realmente?
Quanto è stato effettivamente speso per rafforzare il sistema della mobilità?
Come saranno organizzati in vista delle riaperture delle scuole?
È stato previsto un aumento delle corse, oppure la soluzione è solo quella di ridurre la presenza a bordo lasciando a piedi i pendolari?
Sul nostro territorio si stanno trovando soluzioni a breve termine o si pensa che con l’annuncio delle tranvie si possano risolvere i problemi storici del livello metropolitano? Ci sono già momenti di confronto con il nuovo soggetto gestore che dovrebbe subentrare dopo il disastro che è seguito alla gara regionale, in una condizione di incertezza finita nei tribunali?
Ancora una volta il diritto all’istruzione, come quello alla mobilità, viene messo in discussione da scelte politiche prive di prospettiva.
Ancora una volta nessun sostegno per i lavoratori e le lavoratrici, la popolazione studentesca e quella pendolare.