“In questi giorni si sta discutendo dell’occupazione straordinaria di suolo pubblico per le attività di somministrazione. Il caso di via de’ Neri è solo quello più noto tra una serie di situazioni che dovrebbero portare a immaginare soluzioni diverse dai semplici divieti”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
A novembre è uscita la notizia di un’ambulanza che ha impiegato 15 minuti per percorrere 150 metri in via de’ Neri, a causa delle lunghe code che anche in questi tempi di pandemia si formano nei pressi di Palazzo Vecchio.
Il Sindaco ha agito con i divieti, prevedendo di risolvere la situazione impedendo alle persone di sedersi per mangiare. Lotta al degrado la chiamano. Noi preferiamo un modello sostenibile di socialità, che eviti la massima estrazione di profitto da ogni metro del centro storico e preveda la possibilità di sedersi in aree pubbliche, anche per nutrirsi. Un modo diverso di pensare la città, rispetto all’occupazione straordinaria di suolo pubblico riservata esclusivamente alle attività commerciali (infatti abbiamo sempre proposto che una quota di seduta fosse libera dall’obbligo di consumare).
Per questo avevamo depositato una mozione che pensasse alla creazione di aree dove i cosiddetti arredi urbani potessero essere adibiti al cibo da asporto, aumentando anche le aree di conferimento dei rifiuti (ovviamente differenziando, anche se dovremo esplicitare meglio quando il testo arriverà in aula).
Oggi la maggioranza, in Commissione 6, ci ha detto che non ritiene la strada percorribile, insieme al voto contrario del Movimento 5 Stelle. Anche le destre hanno scelto l’astensione.
La politica dovrebbe servire a cambiare le cose, in meglio, non limitarsi a gestire lo stato di cose presenti: almeno questo è il modo in cui la viviamo noi. Quindi, per quanto sia difficile immaginare un modo radicalmente diverso di vivere Firenze, per noi resta necessario, come già detto durante la campagna elettorale e come sostenuto dai gruppi consiliari che ci hanno preceduto come sinistra di opposizione.
Un ruolo tra pubblico e privato che sappia riconoscere i bisogni della cittadinanza e delle piccole attività commerciali permetterebbe di riappropriarci di tutti gli spazi, fuori dall’obbligo di dover rispondere solo alle logiche del mercato.
Guardiamo al prossimo regolamento per l’occupazione straordinaria di suolo pubblico, sapendo dell’occasione che si offre per la nostra città: conservazione e ripetizione delle logiche di questi decenni, a prescindere da quello che accade intorno a noi, o intraprendere una strada diversa.
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