“Il quadro è peggiore di quello che avevamo denunciato nel 2022”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Abbiamo chiesto la situazione aggiornata per quanto riguarda gli stalli riservati a chi ha il contrassegno per disabilità. Sono 3.029, di cui 1.167 personalizzati e 1.862 non riservati. I contrassegni rilasciati dal Comune di Firenze sono 10.574. Ogni posto dovrebbe quindi rispondere a 3 richieste e mezzo.
La Polizia Municipale agisce dando priorità a chi chiama quando trova occupato uno spazio a cui avrebbe diritto, come riferisce anche la Giunta, ma non potrà mai bastare l’impegno del Corpo. Una persona che aspetta anche solo 15 minuti (figurarsi un’ora o due), in condizione di bisogno e di urgenza, vede messa in discussione la propria dignità.
Nel 2022 ci risultavano attivi 9.756 contrassegni, a fronte di 2.815 posti. Ci fu detto che Palazzo Vecchio si sarebbe impegnato su questo fronte, ma i risultati non si vedono.
Il confronto parte solo adesso? Chi governa la Città non può dire che non sapeva. Abbiamo contribuito a raccontare la situazione e il problema più di due anni fa. È giusto dedicarsi ai controlli, ma è il sistema che non così può funzionare.
Anche perché in alcuni casi le visite per rinnovare i permessi di invalidità richiedono passaggi non logici. Chi ha una malattia degenerativa come può fare a vedere migliorare le proprie condizioni? Al contrario S.A.S. ci ha spiegato che non effettua revisione e non revoca. Può chiudere una posizione in caso di decesso, a seguito della comunicazione dell’anagrafe o degli eredi. Anche qui abbiamo ricevuto nei mesi scorsi delle testimonianze che evidenziano frustrazione da parte delle famiglie, quando si ritrovano a dover ribadire la notizia della morte di una persona cara.
L’attenzione a chi ha delle disabilità deve vedere un cambio di paradigma, radicale. La politica confusa su mobilità e sosta, come tutto ciò che è privo di programmazione, penalizza tutte le persone, soprattutto chi deve già affrontare ostacoli e difficoltà.
Abbiamo presentato una mozione che prova a prevedere meccanismi di tutela per la sosta riservata ai contrassegni, magari immaginando dei dissuasori a scomparsa, ma anche questa iniziativa rischia di essere una misura parziale, se non si accompagna a una presa di consapevolezza che evidentemente ancora è insufficiente.