Polimoda è considerata un’eccellenza del nostro territorio. In questi anni è cresciuta molto, rimanendo uno spazio dove il privato è entrato in modo sempre più significativo, ma in cui gli enti locali continuano a svolgere un ruolo. L’emergenza collegata a Covid-19 mette sicuramente in crisi questa realtà, ma non cancella gli utili e le risorse di cui è dotata.
Avevamo chiesto conto al Comune delle tensioni tra azienda e parti sindacali, nel corso dei mesi passati. Ci era stato detto – spiegano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune – che c’erano confronti in corso, senza nessuna risposta nel merito delle questioni sollevate.
In particolare ci risulta che ai lavoratori e alle lavoratrici verrebbe negato l’accesso al salario premiale perché si è esagerato nel prevedere i tassi di crescita, sovrastimando i margini del bilancio preventivo e sballando quindi i criteri per l’assegnazione del premio di produttività. Non vorremmo che l’attuale fase fosse la “scusa” ideale per negare un diritto di fatto acquisito nel corso degli anni. Non solo: come molte altre realtà Fiorentine, Polimoda ha chiesto l’accesso agli ammortizzatori sociali, ma da una realtà di queste dimensioni ci si aspettava una copertura del salario al 100%, come tante altre realtà simili del territorio (dotate magari di minori risorse economiche). È infatti la classe lavoratrice a permettere all’azienda di garantire il servizio alle studentesse e agli studenti anche in questo momento di difficoltà.
Il Comune di Firenze fa parte del Consiglio di Amministrazione di Polimoda. A fine 2019 – continuano Palagi e Bundu – rischiava di profilarsi un serio disastro in termini di rapporti tra azienda e lavoratori, in merito al salario accessorio. Avevamo chiesto alla Giunta spiegazioni. Non avevamo ottenuto che vaghe risposte. Ora tutto rischia di implodere, proprio in una fase delicata, in cui il Sindaco chiama tutte le parti a responsabilità e solidarietà reciproca.
Noi chiediamo di essere informati di cosa sta succedendo a Polimoda. Se le risorse ci sono, perché i lavoratori e le lavoratrici saranno costretti a perdere parti importanti del salario? Se qualcuno vorrà tirare fuori la condizione di chi è senza impiego e retribuzione, di chi “sta peggio”, sappia che siamo abituati a queste trappole di propaganda. I soldi di Polimoda risparmiati sulle spalle di chi lavora non ci risulta si trasformino in risorse pubbliche per investimenti o creazione occupazionale.
Nemmeno possiamo accettare come risposta aziendale l’eventuale calo di utenza, precedente al Covid-19. Non è responsabilità di chi lavora la scelta di aumentare le rette del 20%.
Come abbiamo fatto per la Centrale del latte, chiediamo che anche in merito alle vicende di Polimoda la Commissione controllo enti partecipati sia messa in condizione di essere informata, magari in forma telematica, analogamente allo svolgimento del Consiglio comunale. Si tratta – concludono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune – di un tema di assoluta urgenza, che deve vederci impegnati e impegnate a prevenire un degenerare della situazione.