“La zona di Prato e Pistoia tra quelle citate dalla sentenza, a conferma che il nuovo aeroporto di Peretola sia una follia. Per Firenze necessario ripensare il sistema delle centraline di rilevazione”
“L’Italia ha violato il diritto dell’Unione Europea sulla qualità dell’aria ambientale. La notizia è di pochi giorni fa e sembra che la politica non voglia prenderne atto.
Il superamento sistematico e continuato di PM10 – sottolineano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu con Tommaso Grassi di Firenze Città Aperta e Andrés Lasso, attivista già candidato sindaco dei Verdi nel 2019 – nuoce alla salute delle persone e dell’ambiente. Non è ancora accertata la correlazione tra Covid-19 e inquinamento, ma è una verità assodata che di smog ci si ammala e si muore.
A Firenze la sinistra di opposizione ha sempre denunciato la necessità di un ripensamento delle centraline di rilevazione. La contestazione dal livello europeo – proseguono Palagi, Bundu, Grassi e Lasso – riguarda gli anni compresi dal 2008 al 2017, ma quello che abbiamo sempre evidenziato è che nel territorio fiorentino non si è effettuata una valutazione su quale sia stato l’effetto dello spostamento dei punti di registrazione nel 2010. Non a caso sono diminuiti fortemente i blocchi del traffico dopo questa operazione.
Perché non approfondire il livello di inquinamento nell’area di Peretola e Brozzi? Tra autostrada e traffico aereo temiamo che i risultati confermerebbero i peggiori timori dei comitati.
Anche perché poco più in là, nell’area di Prato e Pistoia, il superamento dei livelli fissati di PM10 è stato superato più volte. È legittimo insomma chiedersi se lo spostamento dei punti di rilevazione del 2010 abbia migliorato i dati senza però migliorare la qualità dell’aria, salvando Firenze dalle bocciature europee senza salvare i polmoni di chi vive sul territorio fiorentino.
Questa sentenza sulla qualità dell’aria inoltre conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto sia insostenibile l’idea di un nuovo aeroporto a Peretola, perseguita in totale scollamento rispetto al contesto pandemico e ai problemi di inquinamento, ignorando la sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato il progetto perseguito per anni.
Esistono numerose centraline curate dalla cittadinanza che lanciano allarmi continui sulla situazione nella nostra città, ovviamente facendo riferimento ai periodi precedenti la pandemia Covid-19.
Serve un piano della mobilità che insista definitivamente sul trasporto pubblico e sostenibile, renda non conveniente l’uso dell’auto privata e investa sul parco della Piana, individuando un efficace sistema di interporti e investendo sui collegamenti ferroviari, archiviando le grandi opere inutili. Nel 2020 – concludono Palagi, Bundu, Grassi e Lasso – si può ripensare al sistema senza mettere in contrapposizione lavoro e ambiente. O almeno questa è la sfida che dovrebbe riguardare tutte le forze che si ritengono democratiche e progressiste, senza neanche voler usare le parole “sinistra” e “ambientalismo”, che sono ritenute pericolosamente estremiste da chi ci governa”.