“Confermiamo il nostro impegno perché non si dimentichi una ferita aperta per le comunità della nostra città, se non agirà formalmente il Comune sosterremo la cittadinanza e le associazioni”
Antonella Bundu, Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Su Ponte Vespucci c’era una targa posta da associazionismo e cittadinanza attiva, per ricordare la morte di Idy Diene, ucciso da mano razzista. Nei tribunali non è stata riconosciuta la matrice discriminatoria dell’omicidio, ma questo non può rimuovere la decisione di scegliere una vita di pelle nera, evitando le persone di pelle bianca, che pure l’assassino aveva incrociato.
La targa su Ponte Vespucci è una delle vicende più assurde di questa consiliatura. Ci risulta sia stata pagata la realizzazione di due targhe: una depositata nei magazzini del Comune, l’altra collocata all’interno di Palazzo Vecchio, dove si condannano tutte le vittime di odio, in modo generico.
Nel tempo abbiamo promosso – insieme a tante realtà – una petizione che ha raccolto oltre mille firme, depositate in Prefettura. Se lo stato vuole impedire che si scriva la parola razzista, almeno si ricordi Idy Diene, vittima di odio, caduto su Ponte Vespucci, con una targa istituzionale.
Il 5 marzo 2024 saranno passati sei anni. L’assassino nel frattempo è morto. Ma non è scomparsa la ferita della comunità senegalese e non è scomparso il razzismo dal nostro territorio.
Se nelle prossime settimane non sarà collocata la targa, ci impegniamo a sostenere in ogni modo – anche economicamente – un’azione dell’associazionismo e della cittadinanza attiva.
Aggiungiamo di ipotizzare che non ci sia stato un atto voluto di vandalismo. Abbiamo visto la targa parzialmente staccata e pochi giorni dopo, prima di avere il tempo di risistemarla, la stessa era scomparsa, probabilmente complice il maltempo. Ma non si può permettere che cali il silenzio.
Lunedì porteremo in aula il tema con un question time.