“Conferenza stampa oggi con Edoardo Todaro – RSU Poste Italiane e Cobas Poste, per denunciare le condizione in cui opera il personale del servizio recapito”
Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, consigliere e consigliera comunali a Firenze di Sinistra Progetto Comune
«Abbiamo volentieri offerto lo spazio di Palazzo Vecchio a RSU e Cobas di Poste Italiane per una denuncia importante, che ci ricorda quanta ipocrisia governi il nostro sistema, politico ed economico. Nelle prime fasi della pandemia – le più incerte, le più cariche di paure – si è applaudito chi ogni giorno andava a lavorare a rischio della propria salute. Oggi di quelle categorie considerate essenziali importa pochissimo a chi prende le decisioni di governo, nazionale e locale.
Queste le dichiarazioni di Edoardo Todaro – RSU Poste Italiane e dell’organizzazione sindacale Cobas Poste:
Poste Italiane si presenta come azienda dal bilancio positivo e con quotazioni sempre alte, per questo non ha stupito la recente acquisizione di Nexive, l’azienda concorrente, che ha permesso almeno per il momento l’assicurazione dei posti di lavoro.
Con questa manovra però di fatto, il carico di lavoro dei portalettere è aumentato senza che a ciò venga corrisposto alcun tipo di beneficio, né economico né lavorativo. Oltre ad essersi fatta carico anche di tutte le zone di consegna che prima appartenevano a Nexive, Poste Italiane ha reso la situazione ancora più gravosa per il proprio personale: si sta applicando una politica di forte sviluppo del settore logistico rendendosi disponibile per il recapito pacchi appaltato da Amazon e rendendo ancora più pesante e impegnativo il lavoro che deve svolgere il proprio personale.
La consegna di pacchi richiede tra le altre cose maggiori responsabilità per il personale e impiego di mezzi, sia su gomma che tecnologici: nei fatti però gli strumenti forniti da Poste Italiane risultano rispettivamente scarsi e obsoleti, non riuscendo a coprire né l’intera giornata lavorativa né per il personale in servizio.
L’azienda non assume da tempo e la proporzione tra dipendenti, purtroppo, vede una larga prevalenza di contratti a tempo determinato che crea sostanzialmente una classe di lavoratori e lavoratrici precari che si vedono costretti a scegliere tra la lotta per le tutele o il rinnovo del contratto. Lo dimostra la scarsa partecipazione e organizzazione di mobilitazione di questa stessa classe lavoratrice.
Anestetizzata dagli stessi sindacati confederali e corporativi, che assolvono un ruolo meramente burocratico, adagiati sulla non conflittualità e complicità delle politiche aziendali, si riscontra poco seguito, anche se certamente valido, nel sindacalismo di base che ha invece da tempo intrapreso un percorso di unità di intenti e di iniziativa.
Visto il silenzio che regna su questo settore riteniamo necessario che si sviluppi un livello di controinformazione che sveli la realtà dei fatti.