“Approvato lunedì un atto con cui si chiede al Ministero di impedire il ripetersi di episodi che hanno segnato anche le cronache di Firenze”
Antonella Bundu, Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Ma in questa classe ci sono persone in condizioni di povertà o legate a genitori immigrati? Quale è il senso di una domanda del genere?
Sarebbe bello vivere in una società dove la risposta è: non ha nessun senso.
In un Paese dove è aumentata negli ultimi decenni la disuguaglianza e dove molte forze politiche hanno soffiato sulla paura verso i flussi migratori, per ragioni di facile consenso elettorale, diventa chiaro che gli interrogativi si fanno pericolosi, specialmente se fanno parte di rapporti di auto-valutazione in cui si può magari mettere in evidenza che non ci sono studentesse o studenti ROM, per fare un esempio che può suonare purtroppo familiare a Firenze.
Ieri il Consiglio comunale di Firenze ha approvato una risoluzione con cui si sollecita il Ministero dell’Istruzione a evitare in ogni modo che le composizioni sociali, economiche ed etniche delle popolazioni scolastiche siano pubbliche.
C’è voluto davvero molto tempo per poter arrivare a questo risultato, a causa della pandemia e delle difficoltà durante questi ultimi mesi, ma riteniamo importante che si sia riusciti ad affermare un principio essenziale, soprattutto in una fase storica dove si discute con troppa superficialità di trasparenza dei dati, mentre si afferma sempre più velocemente la gestione in digitale delle informazioni.
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