“In aula chiederemo con un ordine del giorno che tutta la Città sostenga l’iniziativa, e si impegni a supporto delle persone italiane senza cittadinanza”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Bianca Galmarini – Possibile Firenze
Lorenzo Palandri – Rifondazione Comunista Firenze
Con un ordine del giorno chiederemo al Consiglio comunale di sostenere formalmente il Referendum Cittadinanza, che è stato presentato stamani in Palazzo Vecchio da Benedicta Djumpah (Consigliera di Italiani Senza Cittadinanza), Anabely Canari (Presidente IPartecipate, referente CoNNGI), Ikram El Idrissi Sbai (rappresentante ICSE, referente CoNNGI).
Chiederemo di impegnarsi nella promozione del Referendum e delle istanze di italiani e italiane senza cittadinanza, senza limitarsi alla cittadinanza onoraria da riconoscere almeno secondo i criteri dello ius soli.
Ma chiederemo soprattutto di sviluppare strumenti di supporto per chi non ha cittadinanza e si ritrova a far fronte a un impianto discriminatorio, a cominciare dal piano degli adempimenti. Una misura dovuta, che prende atto della fotografia della nostra società: a Firenze 59.244 persone hanno nazionalità straniera, il 16,1% del totale. Di queste, 24.562 ha un’età compresa tra gli 0 e i 35 anni, e rimane residente a Firenze per almeno 4 anni (circa il 50%) o per più di 10 (circa il 20%). Sono i dati di giugno del Bollettino di statistica di Firenze. E dato che oggi è il primo giorno di scuola, parliamo di popolazione studentesca: nel Comune di Firenze il 17% di studenti e studentesse è senza cittadinanza (un dato alto anche per altri Comuni dell’area della Città Metropolitana, il 18,3% a Empoli, il 28,1% a Campi Bisenzio, il 15,6% a Sesto Fiorentino). 9.611 persone che vivono e studiano a Firenze, che si sentono e sono fiorentine, ma non godono della cittadinanza italiana.
Oltre alle tante realtà associative promotrici, e ai partiti Possibile e Rifondazione Comunista, oggi in conferenza stampa, la campagna è supportata da +Europa, Partito Socialista Italiano, Radicali Italiani. Ma occorre che sia rilanciata e sottoscritta dal maggior numero di realtà possibili. Qui tutte le informazioni: https://referendumcittadinanza.it.
Di seguito riportiamo integralmente la nota dell’associazione Italiani senza cittadinanza.
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L’associazione Italiani senza cittadinanza, in collaborazione con +Europa e altre organizzazioni e partiti, ha lanciato un importante Referendum di iniziativa popolare volto a riformare la legge sulla cittadinanza.
L’obiettivo è ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale, necessari per i cittadini extra-UE per poter presentare domanda di cittadinanza italiana. La raccolta firme, avviata qualche giorno fa, mira a raggiungere la soglia di 500.000 firme entro la fine di settembre. Il risultato di questa iniziativa potrebbe portare una svolta decisiva nella vita di milioni di persone che vivono e contribuiscono al Paese da anni.
La legislazione italiana sulla cittadinanza, attualmente tra le più rigide in Europa, richiede una permanenza ininterrotta di almeno 10 anni per i cittadini non appartenenti all’Unione Europea. Il referendum si propone di dimezzare questo periodo, adeguando l’Italia agli standard già adottati in gran parte dell’Europa. Paesi come la Germania hanno già intrapreso questo percorso, con l’approvazione, all’inizio del 2024, di una legge che prevede proprio 5 anni di residenza per ottenere la cittadinanza. Il contributo dei cittadini stranieri alla crescita del Paese, secondo i promotori del referendum, merita un riconoscimento attraverso diritti e opportunità che rafforzino l’integrazione.
Un cambiamento per 2,5 milioni di persone
Il mancato riconoscimento della cittadinanza italiana a milioni di persone extra-UE contribuisce a perpetuare una narrazione di esclusione che alimenta spesso i discorsi d’odio, marginalizzando chi, pur vivendo, lavorando e contribuendo al Paese, non viene riconosciuto come parte integrante della società.
Secondo le stime, la riforma potrebbe interessare circa 2,5 milioni di persone residenti legalmente in Italia, includendo coloro che, pur vivendo e lavorando nel Paese da molti anni, sono ancora esclusi dai diritti fondamentali riservati ai cittadini italiani. Tra questi, la possibilità di partecipare a concorsi pubblici, di votare, di rappresentare l’Italia in competizioni sportive senza restrizioni, e di accedere con facilità a percorsi di studio e formazione all’estero. La riforma avrebbe inoltre un impatto diretto sui figli e le figlie minorenni di coloro che acquisiscono la cittadinanza, garantendo loro un futuro di pari opportunità.
I promotori sottolineano che la modifica non regalerà la cittadinanza, ma manterrà invariati requisiti come la conoscenza della lingua italiana, adeguate risorse economiche, e il rispetto delle leggi fiscali e di sicurezza del Paese.
Il termine ultimo per raggiungere le 500.000 firme necessarie è il 30 settembre. È possibile firmare online gratuitamente con spid o carta di identità elettronica, cliccando sul pulsante in basso!