“Quale ruolo vuole avere il Comune sulla programmazione? Perché nonostante la pandemia si finge che le istituzioni non abbiano un ruolo decisivo?”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Con sincera curiosità abbiamo letto l’intervista del Presidente della Regione Toscana. La sua scelta di aumentare l’IRPEF, rivendicata come una difesa del sistema pubblico, conferma un’impostazione che contestiamo: il centrosinistra non è in grado di programmare e scarica le sue incapacità su chi ha più difficoltà a evadere il fisco.
Le lavoratrici e i lavoratori, come chi è in pensione, si ritrova quindi a pagare per gli errori di chi governa. Ridicolo è rimbalzare le colpe tra livello locale e quello nazionale.
A noi serve una classe dirigente in grado di assumersi le sue responsabilità, non di scansarle fino a che è possibile e poi rivendicare quanto alla fine è costretta a decidere.
Parlando di sanitario e socio-sanitario, evidenziamo la totale assenza dell’Assessora al Welfare, che presiede la Società della Salute di Firenze, dal dibattito del Consiglio comunale. La sistematica assenza di risposte alle interrogazioni scritte si aggiunge, in questo caso, a un mancato ruolo (almeno rivendicato) in materia di programmazione.
In tante parti della città è forte la domanda di presidi e servizi. Una parte di questa realtà è esternalizzata, in appalti su cui le organizzazioni sindacali chiedono maggiore attenzione.
Le destre non sono ovviamente un’alternativa e hanno responsabilità enormi. Continuano a minacciare la nostra Costituzione con i progetti di autonomia differenziata e alimentano la propaganda del privato. Quello che manca è una sinistra capace di governare e programmare, garantendo risposte ai bisogni delle persone. Per questo ci impegniamo a chiedere la documentazione su quanto è avvenuto fino a oggi nel nostro territorio e a redigere una carta dei diritti. Lo avevamo chiesto nel corso della consiliatura, ma la maggioranza ci ha detto di no. Invece le persone devono sapere di cosa dovrebbero poter fruire, anche per evidenziare cosa manca e cosa può essere organizzato diversamente.
Sono risposte che non si improvvisano. Anche se è più facile parlare di “sprechi” e “razionalizzazioni”, cercando di scaricare le proprie responsabilità.