“Quelli che a scuola guardavano al futuro e ancora ci sperano in un mondo dove ogni genere di persona abbia diritto al proprio posto come essere umano”
Antonella Bundu, Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
La scelta della Lega di attaccare la Scuola Sassetti per aver accettato l’idea che le persone possano autodeterminarsi, anche rispetto al genere, è una chiara operazione strumentale, per provare a raccogliere un po’ di facile consenso sull’indignazione, incassando un momento di visibilità.
Quanto volte sarà capitato anche a noi, tutti e tutte, quando eravamo molto più giovani e andavamo ancora a scuola, vederci affibbiato un nomignolo odioso che prendeva in giro un nostro presunto difetto?
Oppure quando avveniva il contrario, che un atto di coraggio, magari più sciocco che altro, ci faceva guadagnare un aggettivo “mitico” prima del cognome? Ecco, oggi abbiamo la possibilità di fare un passo avanti, di proseguire sulla strada del progresso sociale, dopo che il nonnismo della naja dovrebbe essere ormai confinato a pagina buia del passato, dopo che tanto si cerca di fare contro il bullismo che resiste. Adesso che parole brutali, che trasudano odio, fascismo, intolleranza e ignoranza, potrebbero finalmente essere emarginate anche nei vocabolari comuni.
Ecco oggi si vorrebbe perdere un’altra occasione: quella di accogliere un ragazzo o una ragazza nel mondo della scuola per quello che vuole diventare nella vita, nell’accompagnarlo e nell’accompagnarla lungo un percorso di crescita soltanto dicendogli e dicendole “Ti voglio bene, ti rispetto, ti aiuto, perché devo cercare di insegnarti modestamente qualcosa, ma un po’ cresceremo insieme, sia tu che io, che sono l’insegnante, ma ho ancora tanto da imparare dalla vita”.
Oggi qualcuno vorrebbe mettersi di traverso, ancora una volta, sulla strada del progresso, del riconoscimento dei diritti civili, della giustizia sociale.
Dopo avere mantenuto le classi pollaio, risparmiato vergognosamente su investimenti e manutenzioni nelle scuole, dopo aver permesso di accusare il personale di presunte irresponsabilità sul tema sanitario, ora anche il ritorno alle visioni della famiglia patriarcale divisa tra maschi e femmine, ognuno al suo posto?
E se un’adolescente fa fatica a trovare il proprio posto, la propria strada, anche la propria identità sessuale, perché non tendere una mano a quell’essere umano solo per dire “la scuola ti aiuta a essere quello che senti di essere”, senza censure, con tutta la professionalità e l’affetto possibile da dare ad ogni adolescente?
Ci pensino allora quei reazionari che vogliono ancora mettersi di traverso sulla strada del progresso, che oggi passa per la Scuola Sassetti e che ci vede al suo fianco, ora e sempre su quella strada. Alcune libertà non piacciono, quasi sempre quelle che mettono in discussione gli equilibri di potere che ci governano.