“L’episodio di ieri ci parla di un approccio legalitario che mette in discussione bisogni essenziali delle persone”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Un gruppo di persone, con donne e minori, era entrato in un immobile tenuto vuoto in via Vittorio Emanuele, per avere un tetto sulla testa. Occupazione da condannare? A che serve però condannare una condizione di bisogno, se non ci sono alternative, a partire da edilizia residenziale pubblica sufficiente anche solo per chi ne avrebbe diritto ma rimane in “lista d’attesa”?
Fatto sta che ieri, calato il sole, calate le temperature, sotto una pioggia scrosciante, si è ritenuto che quell’occupazione, iniziata a Natale, fosse in flagranza. Quindi il Comune non ha doveri. Anche se sappiamo che alla fine è stato interessato, perché legge o non legge, le vite delle persone sono reali, non sono numeri.
Ieri abbiamo sentito tutta la necessità di una politica diversa, che non fa finta che tutto vada bene, che non si concentra sul “salvare lo shopping” mentre ci sono persone in condizioni di marginalità di cui non ci si fa carico come collettività, non con la carità, ma prendendo atto che sono parte delle nostre città.
Girarsi dall’altra parte è solo un modo per trovarsi un giorno nella stessa situazione: quando avremo bisogno, avremo una società in cui ci si sentirà rispondere “non è un problema nostro”? .
Ieri abbiamo provato a contattare direttamente le Piccole Sorelle dei Poveri, che ci risultano essere proprietarie degli spazi e aver denunciato “la flagranza dell’occupazione” a distanza di molti giorni: ci colpisce molto che sia proprio un istituto religioso che si richiama alla cristianità ad aver chiesto di mettere “per strada” delle persone alla vigilia dell’epifania, con quelle condizioni atmosferiche.
Foto: CorriereFiorentino-Web-Firenze