“Utilizzare la memoria per negare la Costituzione e la storia è una pratica che evidenzia la malafede di chi ha voluto la giornata del 10 febbraio, pensandola come una risposta al 25 aprile”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
“Il CPA ha lanciato un giusto appello, che volentieri riprendiamo e su cui interveniamo manifestando preoccupazione per la modalità con cui si è svolto il Giorno del Ricordo.
Utilizzare la memoria per smentire la storia – fino a minacciare la comunità delle storiche e degli storici – è quanto viene fatto dall’estrema destra, per sdoganare la propria agibilità politico, contro ogni principio costituzionale.
Fascismo e comunismo non possono trovare nessuna equiparazione. Nonostante il voto del Parlamento Europeo, il Consiglio comunale di Firenze ha già preso posizione su questo e la storia della Resistenza, da cui nasce la Repubblica italiana, non può essere cancellata o rimossa.
Negare i crimini dell’Italia nel Novecento, anche sul confine orientale, a cosa può servire nel 2021, se non a rimuovere la pregiudiziale antifascista conquistata con decenni di sacrifici e lotte?
Neghiamo quello che viene chiamato esodo? No. Neghiamo quanto viene indicato con il termine foibe (pur facendo riferimento a numerosi fenomeni di violenza, diversi tra loro)? No.
Rifiutiamo però di vedere CasaPound legittimata a presentarsi di fronte a qualche cerimonia istituzionale. Cosa che invece è accaduta per il giardino per Norma Cossetto. Non a caso a Reggio Emilia la commissione toponomastica ha preferito sospendere un percorso analogo.
Dai tempi dei primi governi Berlusconi, che permisero alla tradizione fascista di trovare agibilità di governo, molto tempo è passato. Il Giorno del Ricordo è il giorno dell’anticomunismo, non di una memoria articolata e affidata alla complessità della storia.
Esprimiamo solidarietà a tutta la comunità delle storiche e degli storici, a partire da Eric Gobetti, richiamando anche l’appello di questi giorni “Raccontiamo la storia, raccontiamola tutta”.
Ringraziamo l’ANPI e il mondo antifascista, a partire da Firenze Antifascista, per tenere vivi quegli anticorpi che nelle istituzioni si mostrano sempre più deboli.
Alle destre che scelgono di utilizzare il Giorno del Ricordo per criminalizzare esperienze di autogestione e partecipazione non possiamo che rispondere con la chiarezza necessaria: la storia non si cancella, l’antifascismo non può essere mediato o compensato.
Quanto è avvenuto il 10 febbraio offende anche le vittime del conflitto sul fronte orientale. Nei libri di storia non c’è nessuna complessità negata, basterebbe accettare le ricerche e il dibattito accademico per evitare confusione, che evidentemente si vuole alimentare per ridare agibilità a ideologie sconfitte durante la seconda guerra mondiale”.