“Le articolazioni dello Stato si muovono in una condizione di necessaria autogestione, nell’abbandono della politica”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Il lavoro della Commissione 4 sul tema carcere si conferma utile e necessario. Misura la distanza della politica e di una parte di Città da Sollicciano, quasi stessimo parlando di una struttura su un altro pianeta.
Il corpo di polizia penitenziaria, il personale sanitario, il vicedirettore assegnato in modo temporaneo hanno dimostrato grande disponibilità e trasparenza, confermando tutti i problemi noti. Cimici, topi, umidità, sovraffollamento delle celle, totale inadeguatezza della struttura, assenza di personale.
Una detenuta alla trentacinquesima settimana di gravidanza dovrebbe uscire a breve dalla casa circondariale, perché è evidente che non può rimanere lì.
I servizi igienici sono al limite dell’agibilità, e fuori dal senso della decadenza, anche per il personale che ogni giorno garantisce assistenza di vario tipo con il proprio lavoro.
Rispetto al 2019, quando siamo entrati per la prima volta insieme all’Associazione Progetto Firenze, possiamo dire che la distanza tra carcere e città è aumentata. L’attuale situazione è di una sorta di autogoverno per necessità, data anche l’incertezza rispetto alla Direzione.
La Sindaca si è espressa come Nardella cinque anni fa, chiedendo di abbattere e ricostruire. Invece occorre abbattere senza ricostruire uno strumento inefficace, sviluppando la possibilità di individuare un nuovo senso della punizione legale, in grado di trovare un equilibrio tra reo, vittime dei reati e utilità sociale, senza cadere nei tranelli dell’esecuzione di pena intra muraria vendicativa e securitaria, o delle pene “alternative” che nei fatti altro non sono che la prosecuzione buonista del carcere. Oggi in Italia illegale è la stessa funzione della pena, che dalla legge Gozzini in poi ha solo prodotto illusioni e fallimenti. La punizione legale deve essere anzitutto utile ed efficace a tutta la società, per diventare un reale strumento di controllo e non di repressione, come, invece, è oggi, specialmente nei confronti dei più fragili socialmente, i cosiddetti marginali di cui è pieno il carcere di Sollicciano
Occorre anche pretendere condizioni umane minime, sollecitando il Ministero e le altre articolazioni competenti. Il dibattito sull’edilizia carceraria rischia di prolungarsi uguale a se stesso, senza tradursi in niente di pratico.
Ci fa piacere che anche dalla maggioranza arrivino richieste di agire con urgenza. Ricordiamo però il ritardo nel far uscire il bando per individuare la nuova figura di Garante della popolazione detenuta. Per la prima volta potrà essere votato dal Consiglio comunale. Lo ribadiremo nella conferenza capigruppo di domani: abbiamo aspettato troppo.