“Condivisibili le parole del vicepresidente del Csm di ieri, ma occorre mettere in discussione il sistema carcerario, portando fuori da Sollicciano più persone possibile”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Massimo Lensi – Associazione Progetto Firenze
Le parole del vicepresidente del Csm ricordano come la situazione all’interno di Sollicciano continui a essere insostenibile. La visita di Ferragosto si annuncia importante, vista la partecipazione del Garante nazionale delle persone private della libertà personale.
Esprimiamo però preoccupazione per possibili annunci direzionati unicamente nel chiedere più soldi. Che pure servono, ma non solo per dare risposte “di cemento”.
Continuiamo a pensare che l’annuncio di un nuovo istituto penitenziario da edificare, del 2019, sia sbagliato. Così come non ci si può fermare a parlare della necessità di avere più risorse economiche, senza mettere in discussione il modello sociale che porta troppe persone a stare recluse per condizioni di fragilità o povertà. La società del prossimo futuro rischia di concentrarsi sempre più su visioni securitarie e punitive con il fine di rispondere a precise esigenze economiche. L’edilizia carceraria, in futuro, potrebbe rispondere a queste esigenze, e scivolare verso pericolosi modelli di privatizzazione dell’esecuzione di pena già in vigore in altri Paesi: un circuito che si autoalimenta con i fenomeni di mass-incarceration e con il controllo disciplinare delle attività di critica sociale.
Finalmente in Palazzo Vecchio anche chi ha funzioni di governo ha iniziato a parlare di salute mentale. Aggiungiamo una considerazione: con i cambiamenti climatici le condizioni di vita all’interno delle carceri – e di Sollicciano in particolare – si faranno sempre più insostenibili.
ICAM, case famiglia, case per le persone in semi-libertà, rapporto stretto tra tessuto urbano e luoghi di detenzione: sono alcuni passi concreti da fare, mentre si procede a migliorare effettivamente la vita della popolazione detenuta e di chi ci lavora. Occorre, infine, mettere mano alla funzione della pena nel nostro ordinamento con l’obiettivo di superare il modello carcerocentrico a favore di un reinserimento riparativo del reo nella società.
A settembre, nonostante la campagna elettorale, vogliamo sperare che si farà lo sforzo di coinvolgere tutta la città in una discussione sul perché questo modello di carcere non funziona.