“Un quadro che conferma problemi strutturali, quello descritto oggi dalla Direttrice della Casa Circondariale N.C.P Sollicciano”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Ringraziamo la Direttrice della Casa Circondariale di Sollicciano per aver risposto alle nostre domande, durante l’audizione della Commissione 4 convocata in sede referente, anche a seguito di nostre richieste per una maggiore attenzione del Comune in relazione al carcere.
Partiamo dal progetto di cura del verde, annunciato dall’allora Assessore Giorgio. Non è mai partito. Un protocollo firmato con “belle foto”, a cui non è seguito niente, che è rimasto “carta straccia”, ci è stato spiegato. Ci sono problemi di carenza di funzionari contabili da dedicare. In generale non esistono progetti strutturati per portare “fuori” dall’istituto penitenziario chi potrebbe accedere ad altri percorsi (la genitorialità in carcere è solo la casistica più nota). Quello che c’è si costruisce su base individuale. Avevamo mosso molte perplessità su quel progetto, ma il fatto che non sia nemmeno partito è significativo sull’atteggiamento del governo cittadino, pronto ad attaccare il Governo nazionale, senza sufficiente attenzione su ciò che gli compete (compreso ICAM e casa-famiglia).
Interessante anche l’affermazione della Direttrice sulla sezione che c’era per persone transessuali. Ci ha detto che si adopererà perché non tornino. Sollicciano avrebbe già diversi problemi ed è bene che si investa sull’Articolazione per la tutela della salute mentale, dati i tanti problemi legati a questo ambito. Le persone transessuali sono considerate una “tipologia particolarmente complicata” ed è bene che non ci siano altre complicazioni. Non è una posizione che condividiamo. I problemi della salute mentale sono diffusi dentro e fuori dal carcere. Chi ha patologie dovrebbe stare fuori da Sollicciano.
Ci sono poi le questioni ormai quotidiane. Oggi un quadro elettrico si è bruciato, al femminile, a causa delle infiltrazioni meteoriche.
Gli 11 milioni di euro per i lavori sono bloccati. La Direttrice ha fatto richiesta di accesso agli atti al DAP per capire meglio ma ha ricevuto in risposta un diniego.
Non entriamo nel merito delle specifiche responsabilità e di un potenziale teatro di rimpallo di responsabilità. Quando avevamo chiesto il commissariamento era un atto non di ostilità verso la Direttrice, ma per un’attenzione straordinaria di una politica costantemente presa da altro, forse per calcoli di consenso politico.