“Il Comune e la Protezione civile diano copertura e mezzi ai volontari di quartiere”
“Sono diversi ormai i volontari – tra cui nostri militanti – che a livello di quartiere (nel Q1 e nel Q5) si stanno organizzando per portare la spesa e le medicine alle persone che, per motivi di salute o di età è bene stiano in casa. Sappiamo di per certo che la grande distribuzione non è abbastanza attrezzata per il food delivery, molte domande sono rimandate infatti a fine marzo, con il rischio che anche le persone più a rischio sono costrette a uscire e fare la spesa.
Per questo – spiegano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Antonella Bundu, Dmitrij Palagi, Giorgio Ridolfi, Francesco Torrigiani, Vincenzo Pizzolo e Lorenzo Alba di Potere al Popolo – chiediamo che il Comune si attrezzi per dare la possibilità ai volontari di agire in sicurezza, distribuendo ad ogni quartiere mascherine, guanti e un disinfettante spray, attivando un numero verde cittadino per raccogliere le richieste, smistando le domande ai gruppi di volontari e fornendo protocolli di sicurezza.
È infatti necessario che la popolazione venga messa in condizione di attivarsi e che si eviti che le persone a rischio siano costrette a uscire di casa.
Abbiamo già un modello funzionante in questo senso, ossia quello messo in piedi durante l’alluvione del 1966, in cui parrocchie e case del popolo organizzavano i soccorsi rione per rione, chiedendo e ricevendo dal comune e dallo Stato formazione assistenza e risorse, per poter agire nel rispetto dei protocolli.
Chiediamo inoltre che anche i fattorini del food delivery possano ricevere guanti e mascherine. Purtroppo, nonostante si tratti di attività non essenziali, le aziende di fast food più grandi, pur non aperte al pubblico, continuano a consegnare pasti.
mutuNoi siamo perché la produzione in questi settori si fermi, evitando rischi per i lavoratori, ai quali va fornito un sostegno al reddito trattandosi di lavoratori parasubordinati.
Nel frattempo “i riders” che viaggiano di casa in casa col rischio di essere contagiati e di essere a loro volta veicolo di contagio, devono poter lavorare in sicurezza. Le aziende – concludono Antonella Bundu, Dmitrij Palagi, Giorgio Ridolfi, Francesco Torrigiani, Vincenzo Pizzolo e Lorenzo Alba – devono fornire loro tutto il necessario, ispettorato e comune dovrebbero controllare dare la possibilità ai riders di procurarsi guanti, mascherine e disinfettante”.