“La Lega ha proposto un atto con cui contestare un’iniziativa pubblica in cui figure autorevoli avevano parlato di foibe, trovando il sostegno del Partito Democratico: dopo l’invito di un esponente dell’estrema destra ecco un altro inquietante segnale arrivare dal Comune di Firenze”
Qui il link all’iniziativa incriminata.
Dmitrij Palagi e Antonella Bundu -Sinistra Progetto Comune
“Dispiace sapere che un atto “ad personam” abbia ricevuto oggi consenso quasi unanime, in Commissione 7: la Lega ha ascoltato e visto un’iniziativa pubblica, organizzata sul tema delle foibe.
Partecipavano una storica (Alessandra Kersevan) e uno storico (Eric Gobetti), oltre al Segretario nazionale di Rifondazione Comunista e al consigliere comunale Dmitrij Palagi, nella qualità di responsabile cultura e formazione del PRC. Si parla esplicitamente dell’evento pubblico del 10 marzo 2021, anche se il Partito Democratico ha voluto togliere il riferimento al cognome Palagi.
Quello che rappresenta la mozione è un meccanismo di trascrizione di parte delle affermazioni di un evento pubblico, che mette in discussione – senza titolo – gli studi e le ricerche facilmente rintracciabili nelle librerie.
Per la complessità delle vicende sul confine orientale ormai non c’è più spazio nel sistema politico e istituzionale: ci siamo accorti della cosa quando un esponente di Fratelli d’Italia, che pubblica con case editrici di estrema destra, è stato invitato in Consiglio comunale per il Giorno del Ricordo.
E ora ecco il centrosinistra convergere con la Lega nella “condanna” a chi riporta le vicende nel merito della questione.
Davvero sorprendente.
A questo punto vogliamo capire quali elementi debbano registrare una presa di distanza pubblica di Consiglio comunale, Giunta e Sindaco: nessuna negazione della gravità degli eventi è mai stata portata avanti dalla sinistra di Palazzo Vecchio e in quella iniziativa.
Semmai è nel Giorno del Ricordo che si procede a rimuovere le responsabilità italiane, monarchiche e fasciste, su quanto avvenuto in quei drammatici anni: se voler sostenere la ricerca storica è un reato, in questo Paese abbiamo un enorme problema”.