“Comprendiamo la necessità di comunicare, ma ci risulta che l’elenco di immobili sia stato inviato in Regione un anno fa”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Sabato abbiamo letto questo comunicato dell’Amministrazione, con delle parole del Sindaco: «ho rinnovato alla ministra Bernini la piena disponibilità dell’Amministrazione comunale di Firenze a collaborare per individuare le migliori soluzioni possibili per reperire immobili pubblici e privati da destinare ad alloggi per studenti universitari».
E ancora: «per questo, abbiamo effettuato una prima mappatura degli immobili privati e pubblici potenzialmente utilizzabili per questo fine e già inseriti nello strumento urbanistico con questo tipo di possibile destinazione».
Caro Sindaco, ma non è lo stesso elenco che la Giunta ha inviato alla Regione Toscana da oltre un anno? Perché allora in tutto il 2022 la Regione Toscana, governata sempre dal Partito Democratico, non ha partecipato a nessun bando PNRR (o altro) per nuovi studentati pubblici a Firenze? E perché lei si è esposto pubblicamente solo ora e nei confronti del governo di centrodestra, e non anche lo scorso anno nei confronti dei suoi compagni in Regione e al Governo?
Nel 2022, per Firenze, l’assessorato all’Urbanistica ha presentato due progetti. Uno all’ex Caserma Lupi di Toscana, attraverso Casa S.p.A. e l’altro a San Salvi, previo accordo con l’Azienda USL Toscana Centro (proprietaria degli edifici). E l’Assessora di competenza è stata poi “fatta fuori”.
La Regione Toscana per nuovi studentati pubblici ha presentato solo 4 progetti nel 2022 (salvo aggiornamenti più recenti non di nostra conoscenza): 3 per Pisa e 1 per Siena. Ma il Sindaco non ci pare abbia protestato, o detto qualcosa.
Presenteremo in forma scritta le nostre domande, per sapere se ci sono novità su questa vicenda.
Ma resta un fatto: il Sindaco ha governato per nove anni, non è a inizio mandato, e che intervenga solo dopo le proteste delle tende degli studenti non è ammissibile. E nel gioco polemico tra PD e destre, a rimetterci sono le studentesse e gli studenti.