Ex campeggio Michelangelo e Iris senza pace, lavori interrotti
“Il Comune starebbe cercando una risoluzione del contratto per inadempienza della ditta che aveva visto affidati con fondi REACT-EU”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Spendere velocemente cifre importanti rischia di produrre situazioni non gestibili. Lo abbiamo sempre denunciato e la vicenda dell’ex campeggio Michelangelo conferma questa situazione. Perché se saltano a causa di eventuali inadempienze delle ditte (quindi non per responsabilità del pubblico) comunque si perdono i fondi.
La cosa riguarda tre giardini pubblici, per cui si era arrivati ad aggiudicazione a maggio 2023. Le Verde Golfo S.r.l. aveva vinto sulla “concorrenza” con un ribasso del 25% (le altre proposte erano state tutte tra il 4 e il 17%).
Tra gli affidamenti c’era anche quello della riqualificazione dell’area verde ex Campeggio Michelangelo.
Da informazioni raccolte, a seguito delle segnalazioni della cittadinanza, che ci ha chiesto come mai le cose sembrassero non procedere, ci risulta che il Comune starebbe cercando di ottenere una risoluzione del contratto per gravi inadempimenti. A distanza di quasi un anno rischiamo di perdere completamente i fondi del React-Eu.
Il 7 aprile 2023 veniva rilasciata dalla Giunta una nota in Rete Civica che così si apriva: «Dopo otto anni di chiusura e abbandono l’ex camping Michelangelo rinasce come giardino per i residenti grazie a un progetto da 900 mila euro di fondi europei React approvato dalla giunta comunale su proposta dell’assessore all’ambiente». Ora questo annuncio scricchiola pericolosamente. È probabile che le risorse debbano essere trovate in un altro modo. Sono gli stessi 900 mila euro di cui aveva dato notizia direttamente il Sindaco Nardella il 15 ottobre 2021, per festeggiare gli oltre 80 milioni per Firenze. Quanti ne stiamo perdendo?
Qualche tempo prima, ad aprile 2021, era stata sempre la Giunta (anche se diversa) ad annunciare “il via ai lavori di ripristino del parco”.
Ricordiamo di esserci occupati di quest’area dal 2019, contestando le condizioni in cui l’area è stata consegnata dal privato e le vendite degli immobili nella zona limitrofa (a partire da quello utilizzato dal locale Flò).
Governare la città, per noi, vuol dire anche evitare di gestire la comunicazione in questo modo. Annunciare un’opera ancora non realizzata per tre volte rende vulnerabili a figuracce.