“Finalmente una seduta del consiglio comunale dedicato al tema degli istituti penitenziari, con la relazione del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Il nostro gruppo consiliare (non l’unico, certo) ha chiesto da tempo di poter ascoltare la relazione annuale del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale: oggi abbiamo potuto ascoltarla, dopo averla letta con qualche giorno di anticipo.Leggi tutto
“Lanciato un appello contro l’ipotesi della costruzione di un nuovo istituto penitenziario come soluzione al problema della detenzione al confine tra Firenze e Scandicci”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Dall’Associazione Progetto Firenze è partito un appello firmato da cittadine e cittadini del territorio, per evitare che il carcere venga affrontato come questione edilizia, ignorando le ragioni sociali che hanno portato Sollicciano a essere una vera e propria emergenza.Leggi tutto
“Non serve costruire una nuova Sollicciano: le persone devono essere portate fuori dalle strutture detentive per i piccoli reati e per la maggioranza dei casi che affollano i tribunali, mentre mancano le risorse per i servizi essenziali dedicati alla dignità delle persone”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
In carcere non ci si deve stare, se non in casi estremi e numericamente limitati: mancano pene alternative e risorse adeguate per dare concretezze a quanto prevede la Costituzioni in questo ambito.
Ci aggiungiamo al dolore per la morte di cui è stata data notizia in questi giorni, che però vorremmo non fosse associata alla necessità di costruire un nuovo carcere.Leggi tutto
“Ieri sono uscite le ennesime denunce sulla condizione della popolazione detenuta e di chi opera all’interno della Casa Circondariale che il Sindaco aveva raccontato di voler abbattere. Basta con la logica dell’emergenzialità, Palazzo Vecchio svolga un ruolo”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Grazie all’Associazione Progetto Firenze siamo potuti tornare all’interno della Casa Circondariale di Sollicciano questo agosto, rimandando alla seconda metà di settembre una seconda visita più approfondita.
Avevamo visto le condizioni della sezione 12, in particolare quelle delle prime celle, ovviamente segnate dagli episodi di rivolta che sono stati al centro dell’attenzione pubblica: il tema riguarda però l’insieme del carcere, tra i peggiori d’Italia per come è stato strutturato e costruito, dove si ripetono situazioni di sovraffollamento costante.Leggi tutto
“Dopo l’incontro dell’Associazione Progetto Firenze con il garante regionale ancora più urgente poter vedere il consiglio comunale nel suo insieme informato e aggiornato sulla situazione negli istituti penitenziari della nostra città”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Per prima cosa vogliamo chiarire che riconosciamo al Presidente del Consiglio comunale grande attenzione al tema carcere e che questa nostra richiesta è rivolta principalmente al Sindaco, che nomina il garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale.
Vorremmo infatti che fosse dato seguito a quanto richiesto più volte dai gruppi: un momento di discussione e informazione, che ci veda poter ascoltare la relazione sulla situazione all’interno delle strutture penitenziarie del territorio fiorentino.Leggi tutto
“Non servono oasi nel deserto e neanche annunci occasionali, per un luogo in cui le cose non stanno andando bene e il legame che manca tra la città e Sollicciano ha necessità di un approccio diverso”
Massimo Lensi, Associazione Progetto Firenze Dmitrij Palagi, Sinistra Progetto Comune Firenze
L’idea di proporre un’esposizione di opere d’arte del museo degli Uffizi dentro il carcere di Sollicciano potrebbe dare il via a cambiamenti positivi, ma andrebbe organizzata in tutt’altro modo. Valutare come sede “naturale” per la fattibilità dell’iniziativa il Giardino degli Incontri, una sorta di oasi nel deserto che Michelucci progettò per rendere meno disumano l’ambiente architettonico di quell’istituto, significa limitarsi a usare il carcere come “brand”, senza davvero aprirsi ad esso. Il “brano di città” che Michelucci intese realizzare era contenuto nell’idea più generale di un carcere a porte aperte, modellato sull’impianto rieducativo dell’epoca. Un’idea che oggi mostra più di un limite, ideale e strutturale. Il progetto di una “sezione” degli Uffizi diffuso in carcere avrebbe tutt’altro senso se inserito con garbo nel contesto complessivo dell’istituto penitenziario fiorentino, coinvolgendo la comunità dei ristretti, ponendo il progetto al servizio della marginalità sociale che riempie quelle povere celle, non suggerendo soltanto il richiamo a ideali soffocati dalla realtà.Leggi tutto