Domani alle 18 la presentazione delle proposte per il parco e per la zona di Porta al Prato.
“Esportare l’attuale modello di movida dall’area Unesco al principale polmone verde cittadino sarebbe uno scempio”
“Nessuna fondazione privata, tantomeno ranger e cancellate, ma servizi”. Parola di Dmitrij Palagi, candidato sindaco di Sinistra Progetto Comune (Possibile, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista) e Firenze Ambientalista e Solidale che domani – martedì 21 maggio alle 18 al Bar Nettuno (via Ponte alle Mosse) – presenterà le proposte del raggruppamento per le Cascine e la zona di Porta a Prato. “Far vivere il parco e garantire prevenzione è il miglior modo per garantirne l’universale accessibilità – spiega Palagi -.
Il Comune deve agire direttamente, coinvolgendo le associazioni e la cittadinanza, ma senza delegare responsabilità che gli spettano e senza ambiguità di gestione che ne privatizzino l’uso nei fatti. Molto si può fare, a basso costo, senza scomodare ipotesi di ranger, cancellate o trenini. Siamo per creare una rete di realtà pronte a organizzare eventi nel parco delle Cascine, ma senza scopo di profitto e senza alterarne l’equilibrio ecologico. Esportare l’attuale modello di movida dall’area UNESCO nel principale polmone verde della città non sarebbe una soluzione, ma uno scempio.
Per Palagi molto altro ancora potrebbe essere fatto cambiando radicalmente l’attuale modello di cura del parco stesso. “L’assunzione diretta di personale dedicato – continua – alla cura e manutenzione del verde, oltre a garantire miglior vita al parco, potrebbe ulteriormente rafforzare la presenza di operatrici e operatori dell’Ente, insieme a quella della Polizia Municipale. E quanto sopra potrebbe essere esteso anche all’area ex OGR, sbloccando il contesto della Leopolda, dove l’assenza del pubblico e di servizi è evidente”. Per Sinistra Progetto Comune inoltre si potrebbe investire in questa zona per l’internalizzazione dei servizi vivaistici e per la realizzazione con ALIA di un’area di conferimento per il materiale di risulta da interventi su verde urbano in modo da colmare l’assenza di un servizio pubblico di questo genere: ciò aggiungerebbe poi una ulteriore ragione di frequentazione e monitoraggio dell’area. “Tante attività – conclude Palagi – possono essere poi promosse a partire da chi ogni giorno e notte sta per strada, dalle tante realtà di giovani, migranti e cittadinanza di ogni età, a cui spesso è negato uno spazio in cui ritrovarsi ogni giorno e autogestirsi secondo regole condivise. Si tratta di investire nelle persone, stabilendo insieme possibilità e limiti adeguati alla fruibilità del parco per tutti e al rispetto reciproco. Quelle che proponiamo sono soluzioni a basso costo, la cui copertura può essere facilmente ricavata, per esempio, dal disimpegno di risorse che continuano ad essere allocate per la brandizzazione di Firenze e improbabili misure di delocalizzazione dei flussi turistici”.