Firenze non è solo luce, rimuovere i problemi non fa bene
“Traccia seguita per l’intervento in aula in cui si è confermata l’opposizione rispetto alle linee programmatiche presentate”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Grazie Sindaca, per aver condiviso le linee programmatiche.
Visto che ha scelto di tenere per sé le deleghe alle relazioni internazionali e alla cooperazione speravamo di sentirle pronunciare parole chiare sul massacro del popolo palestinese, dato anche il comportamento dell’Esercito di Israele, che arriva a sparare sulle missioni internazionali. Firenze per la Palestina le ha scritto una lettera aperta, attende ancora risposta.
Avremmo avuto piacere di sentirla ricordare l’importante tre giorni presso l’ex GKN e la manifestazione a Seano. Lo facciamo quindi noi adesso.
Per arrivare a quanto ha voluto condividere con noi, abbiamo l’obbligo di stare in sette minuti e non poter parlare di tutto.
Ringraziamo nuovamente le quasi 10.000 persone che hanno scelto di darci la possibilità di parlare qui oggi. Ribadiamo la decisione di non far parte della sua coalizione. Lei scrive di una Città che deve brillare nel futuro, che ha un’identità e un’anima da difendere. «La bellezza si intreccia al bene», c’è scritto. In pratica non trovano spazio le ombre, i problemi, le ingiustizie. Quelle sono colpa del Governo nazionale. Per noi ci sono invece tante identità, tante comunità, tante anime, tanti bisogni: magari tra loro in contraddizione, da non semplificare e non strumentalizzare. Per fare un esempio: la povertà salariale non è un rischio. È già realtà. Non riconoscerla vuol dire rimuovere vite, persone, storie del territorio.
Firenze rischia di consumarsi nella retorica della sua unicità, disconoscendo la pluralità di specificità.
Di fronte ai problemi, oltre a tirare nel mezzo il Governo Meloni, parlate di complessità e in modo ossessivo annunciate nuove fondazioni. Per qualsiasi cosa viene coinvolto il privato. Persino il “Museo dei bambini” va fatto individuando un soggetto privato. Qui un inciso sul linguaggio di genere: non lo usate neppure qui. Ci sono studenti, ma non studentesse. Ci sono bambini, ma non le bambine. È giusto chiamarla Sindaca, come pretendete dai gruppi delle destre che non lo fanno, quindi occorre avere attenzione a come si scrive un documento fondamentale come quello delle linee programmatiche.
Forse glielo hanno già detto, ma oggi noi qui portiamo una notizia. ALIA, la multiutility, non è più una controllata del nostro Comune. Non abbiamo possibilità di presentare richieste di accessi agli atti. Non solo questo consiglio comunale, ma nessun consiglio comunale dei soci pubblici che compongono questa società. Perché ci avete fatto diventare socio di maggioranza relativa, non più assoluta, quindi avete creato un “capolavoro”: è un’azienda in cui il consiglio di amministrazione decide e quest’aula non ha più un ruolo decisivo nel controllarlo.
Tornando ai privati, lo scrivete in modo chiaro. Il sistema formativo deve adattarsi alle esigenze del mercato. Il ruolo del pubblico è ridotto ad affidarsi a logiche estranee al governo pubblico. Una vittoria culturale della destra che viene da lontano. Dispiace che l’Assessora Saccardi non abbia voluto svolgere il suo mandato elettorale di Consigliera. In campagna elettorale abbiamo spesso evidenziato il problema della delega al terzo settore con funzione sostitutiva. Prendo l’esempio delle RSA. Ci avete risposto a un’interrogazione chiarendo che non facciamo programmazione nella Società della salute, perché tanto la maggioranza delle strutture sono gestite da privati. Ma allora cosa ci stiamo a fare? Chi mette in relazione le risorse ai bisogni? Abbiamo completamente privatizzato il sistema senza dirlo?
Quante Agenzie delle Case avete annunciato negli anni? Firenze non è solo quella che chiamate autentica, è anche quella dell’overtourism, chi lo subisce e chi lo sfrutta a danno del bene comune. È quella di chi lavora a nero e paga a nero l’affitto. Affrontiamo tutto questo, smettiamo di criminalizzare chi lotta per i diritti, dal Movimento di lotta per la casa alle lotte sindacali.
Rimanendo sul lavoro, quante volte ci avete negato la possibilità di coinvolgere la Polizia Municipale rispetto ai controlli nei cantieri e ai contratti? Ci ha molto colpito che un’interrogazione urgente sull’occupazione di viale Belfiore da parte di mezzi legati al cantiere del futuro Social Hub sia servita molto meno degli articoli usciti dopo l’esposto del comitato referendario Salviamo Firenze. Su questo evidenziamo che confermate il mancato impegno di impedire agli studentati di fare turistico-ricettivo, nonostante non abbiate permesso alla cittadinanza di votare sui quesiti su cui si erano raccolte oltre 11.000 firme.
A un certo punto si parla dell’istruzione vocazionale a livello secondario. Venite in un Centro di Formazione Professionale a parlarne. Vedete come reagiscono le nuove generazioni a sentire che lavoriamo per la loro istruzione vocazionale a livello secondario.
Sul carcere non possiamo esprimere soddisfazione. Con la Commissione 4 in sede referente e la figura di Garante della popolazione detenuta c’è la possibilità di dire qualcosa di nuovo. Invece si parla in modo generico di cose già sentite. Si smette di parlare di demolizione e ricostruzione, si torna alla ristrutturazione. Non trova spazio la volontà di capire come tirare fuori le persone da lì, come evitare che Sollicciano sia una discarica sociale, l’unico posto in cui lo Stato non può ignorare chi magari il governo preferirebbe non vedere.
Per i parcheggi: torna l’ossessione per piazza del Cestello. Ribadiamo una posizione chiara. Sono attrattori di traffico. Lì è sbagliato pensarlo. Nel frattempo, è sparita l’ipotesi di realizzarlo in via Campo d’Arrigo? Rimanendo a Campo di Marte, ci colpisce che nessun elemento di chiarezza arrivi dopo gli incontri con la Fiorentina. I 10 milioni al Padovani sono confermati, si rinuncia all’idea dei 5 milioni aggiuntivi? Quanto spendiamo noi e Fiorentina per la manutenzione dei bangi (ordinaria e straordinaria)? Perché tutto questo non c’è nel suo intervento?
Noi ribadiamo alla Città che ci faremo volentieri carico anche di quello che non paga in termini di opportunità elettorale. Perché risolvere un problema vale più di un titolo di governo e anche dall’opposizione abbiamo la certezza di poter ottenere risultati, per quanto parziali, come già hanno dimostrato le prime sedute. Saremo forza di opposizione attenta a tutti gli atti di governo per tutti i cinque anni che ci attendono.