“Depositata un’interrogazione in relazione agli utili di Toscana Aeroporti e alla necessità di garantire il diritto alla salute della residenza”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune Thomas Maerten – Sinistra Progetto Comune Quartiere 5
È interessante capire se Toscana Aeroporti abbia intenzione di restituire i contributi pubblici presi in tempi di difficoltà, dato l’aumento dei flussi di utenza di cui scrive la stampa in questi giorni.
Non solo, ci interessa comprendere come si vuole garantire immediatamente la tutela della salute e del diritto al riposo della popolazione sorvolata.
Per questo abbiamo depositato un’interrogazione, anche alla luce dell’incontro richiesto da alcuni Comitati alla Sindaca.
L’attuale assetto infrastrutturale è in grado di reggere i numeri di adesso? C’è una logica per cui si vuole proseguire in un modello di sviluppo che appare insostenibile?
Erano stati promessi interventi precisi, ma a prevalere sembra essere la tutela delle regole di profitto, rispetto a quelle delle condizioni di vita quotidiane della cittadinanza.
Il tempo di fare qualcosa per recuperare l’istituto di pena a un rapporto solido con la città sta per scadere. Occorre maggiore trasparenza.
Massimo Lensi, Associazione Progetto Firenze Dmitrij Palagi, Sinistra Progetto Comune
Le carceri italiane tornano a essere sovraffollate più di quanto un fisiologico soprannumero di ristretti consentirebbe. Il carcere fiorentino di Sollicciano è uno tra gli istituti penitenziari italiani più difficili e di nuovo ospita più detenuti di quanti struttura e organizzazione possono reggere. Oggi, è un complesso abnorme e decerebrato: cemento ovunque, una collezione di gigantesche tracce di infiltrazioni umide, con a contorno enormi spazi vuoti colmi di squallore e degrado, invece che di vita sociale.
Unica eccezione l’inutilizzato giardino degli incontri, voluto e ideato dall’architetto Michelucci, che al più è usato come spazio per rari convegni. Tutto a Sollicciano è sproporzionato. Smisurati i corridoi di collegamento tra vari bracci, enormi le porzioni di cemento ricurvo che fungono da collegamento panottico tra sorveglianti e detenuti, mastodontica la visione di insieme: 15 ettari di cui solo 2,5 coperti. Un mostro da qualsiasi punto di vista lo si voglia guardare, una fatica immane per chi lo deve vivere e per chi ci deve lavorare.
In questa oscillazione tra realtà percepita e diversità, l’apparato istituzionale nicchia a dare risposte. Il carcere è un muro di gomma su cui tutto rimbalza e, soprattutto, è un’ideologia della trasformazione che rischia di entrare nei tessuti vitali della nostra società, avvelenandoli. Lo Stato sociale di diritto naufraga e con sé porta a fondo i precetti classici della solidarietà e della civiltà giuridica.
Non entriamo nel merito delle ultime vicissitudini amministrative in cui si è avvolto l’istituto. Occorrerebbe leggere le carte, come si dice, per farsi un’idea. E le carte hanno un percorso obbligato di fronte alla giustizia: accusa e difesa si devono confrontare. Capiamo però, che i problemi non si risolvono con lo scorrere del tempo. E il tempo di fare qualcosa per recuperare l’istituto di pena a un rapporto solido con la città sta per scadere.
Occorre una maggiore trasparenza su tutti gli investimenti istituzionali verso l’istituto penitenziario fiorentino. Una trasparenza amministrativa, politica e contabile sui progetti che vedono coinvolti la direzione, le associazioni del volontariato, e tutto il mondo che ruota attorno a Sollicciano. Per questa ragione, noi che abbiamo a cuore la relazione tra carcere città, chiediamo al DAP il commissariamento di Sollicciano. Chiediamo l’arrivo di un commissario ad acta, dotato di poteri e risorse economiche, per iniziare velocemente i lavori di ristrutturazione e risanamento dell’istituto, senza perdere altro tempo utile.
“A che punto sono i lavori, rispetto al calendario? Vanno garantite le stesse condizioni ottenute nei mesi passati a chi deve lasciare le sue abitazioni”
Dmitrij Palagi, Sinistra Progetto Comune
Thomas Maerten – Sinistra Progetto Comune Quartiere 5
Si può vivere avendo tutto intorno un cantiere? La risposta è no.
La risposta era no anche quando chiedevamo se fosse giusto costringere centinaia di persone a lasciare le proprie abitazioni con poco preavviso e senza chiarezza, per lavori di manutenzione straordinaria programmati sulla base delle scadenze legate ai finanziamenti.
In via Accademia del Cimento abbiamo avuto modo di andare molte volte, tra gli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. Il primo lotto è saltato, perché la gara di appalto è andata deserta.
Il resto ha iniziato il suo percorso. Tante domande ci stanno arrivando dalla residenza e ci erano arrivate anche durante la campagna elettorale. Perché la prima parte di chi doveva lasciare ora attende di rientrare (almeno chi non ha accettato definitivamente la nuova assegnazione) e tanti altri nuclei a dicembre dovrebbero andare via.
A che punto sono i lavori? Che tempi di rientro si prevedono per chi ha lasciato? Perché non si mettono a disposizione per le assegnazioni a chi deve andare via i nuovi alloggi di via Torre degli Agli? Le condizioni ottenute con settimane e settimane di lotte, assemblee e presidi, continuano a essere garantite (come la copertura dei costi del trasloco e delle volture)? Si vuole migliorare la comunicazione politica tra Comune e nuclei assegnatari? Ci sono stati problemi sulla TARI, visto che si era garantito che sarebbe rimasta la stessa?
Depositeremo in queste ore un’interrogazione, con l’impegno a portare il tema in Consiglio comunale a settembre, se non ci saranno state date sufficienti spiegazioni, con la disponibilità a organizzare un incontro tra cittadinanza coinvolta e Presidente del Consiglio comunale, per sensibilizzare con più forza Sindaca e Giunta.
“La nostra solidarietà e preoccupazione si aggiunge alla volontà di seguire un tema ignorato dal sistema politico”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Il nostro Gruppo vuole esprimere forte preoccupazione per l’irruzione nella redazione del Corriere Fiorentino e nell’abitazione del giornalista Simone Innocenti, avvenuta il 31 luglio 2024, mentre il nuovo, ennesimo, “decreto sicurezza” (il d.d.l. in esame alla Camera) inanella quasi tutte misure inutili e illiberali, quasi a confermare questo nuovo, pericoloso trend.
L’Associazione Stampa Toscana ha ricordato le sentenze della Corte Europea di Strasburgo e della Corte Costituzionale, in materia di tutela delle fonti di chi, per lavoro, garantisce la libertà di informazione e racconta ai propri lettori i fatti con la massima serietà.
Sappiamo bene quanto sia difficile raccogliere denunce e verità scomode nella nostra società e quanto tale meritoria azione esponga al pericolo di ritorsioni, anche nelle nostre illuminate democrazie, come le cronache ci raccontano.
Ossigeno per l’informazione ha rilevato come la Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo abbia “condannato le perquisizioni nelle redazioni a tutela delle fonti”.
Nel merito dell’episodio ribadiamo che la politica deve approfondire il tema dei suicidi e delle morti in divisa. Lo abbiamo scritto in campagna elettorale e a settembre formalizzeremo la richiesta di incontro alle organizzazioni sindacali di tutte le forze di polizia, a cominciare da Unarma, e alle associazioni che si battono con loro per garantire una vita lavorativa serena agli operatori.
Dmitrij Palagi, Sinistra Progetto Comune – 02 agosto 2024
Lo sappiamo: Giunta e Sindaca si difenderanno con il piano straordinario annunciato da Nardella l’anno scorso. In effetti i 6 milioni di euro stanziati per 500 alloggi di edilizia residenziale pubblica hanno garantito di raggiungere l’obiettivo entro il termine prefissato (estate 2024).
Ciò nonostante le case popolari vuote sono tornate a essere di poco sopra quota 800. Ci pare quindi di capire che se non ci fosse stato lo sforzo straordinario del bilancio comunale 2023, oggi saremmo abbondantemente sopra quota 1.000.
Stante l’attuale situazione di ormai cronica emergenza abitativa, riteniamo utile ricordare che il patrimonio immobiliare gestito è di proprietà del Comune, ed è quindi doveroso, anche da parte nostra, contribuire a dare piena informazione sullo stato in cui versa.
Mettendo a confronto i dati riguardanti le case vuote per come erano a marzo 2023 con i dati di luglio 2024, si deve constatare che da 837 si passa a 807.
Il totale degli alloggi da ristrutturare passa da 676 a 643, con una forte diminuzione di quelli coperti dai canoni correnti (da 167 a 45) e un aumento di quelli per cui devono ancora essere identificati i fondi (da 317 a 358). È anche più che quadruplicato il numero di alloggi “da non ristrutturare”: erano 20 e ora sono 88.
Il quadro complessivo che questi numeri dipingono è seriamente preoccupante e ci fa ancora una volta tornare a dire che per risolverlo servono politiche strutturali, senza le quali anche gli sforzi straordinari a poco arrivano. Politicamente, lo ribadiamo, è stato un errore non aver mai previsto un aumento degli alloggi di ERP nel Piano Operativo. Continuare a investire unicamente in social housing e politiche abitative dirette alle “fasce grigie” in termini reddituali, non risolve la sostanziale rimozione del diritto all’abitare, che riguarda quella parte sempre maggiore della popolazione colpita dall’aumento delle disuguaglianze, per la quale la casa è diventata una causa ulteriore di impoverimento e, in molti casi, di marginalizzazione sociale. I contributi affitti alleviano la situazione di tanti nuclei familiari, ma sono palliativi, non invertono le tendenze.
Le procedure di sfratto previste, al 30 giugno dell’anno in corso, solo con interventi da eseguire con forza pubblica in case popolari, sono 60. Un numero specifico, in un contesto di forte peggioramento dell’emergenza abitativa. Anche dal SUNIA hanno spiegato che da settembre si rischia un aumento esponenziale delle richieste di sfratti esecutivi trasformati in esecuzione. Dall’Unione Inquilini, poi, si fa presente come siano state eseguite prima di giugno anche sentenze di aprile, anche per casi di finita locazione, dove non c’era morosità. L’espulsione della residenza si accompagna a una rimozione delle politiche attive funzionali a reperire nuovi immobili per rispondere al dramma delle liste di attesa e alle tante persone che non provano neppure a fare domanda.
Siamo consapevoli delle gravi responsabilità del Governo nazionale nel determinare molti degli aspetti emergenziali con cui Firenze deve confrontarsi, e ci uniamo alle sollecitazione che Comune e Regione Toscana hanno rivolto a Governo e Ministeri competenti, tuttavia continuiamo a indispensabile, vitale, partire dal livello locale. Su tutto ciò, pertanto, torneremo a sollevare l’attenzione del Consiglio e chiederemo conto a Sindaca e Assessorato competente anche della situazione di quelle unità definite “da non ristrutturare”, della complessiva situazione delle tante voci corrispondenti ad alloggi per cui devono ancora partire i lavori (anche quando sono già state individuate le risorse).
Inoltre, torneremo a chiedere alla Giunta di prendere atto della sentenza di via de’ Pepi, recuperando dal patrimonio messo in dismissione (o valorizzazione, che dir si voglia) immobili da destinare al patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblico. Giuseppe Cazzato dei Cobas, presente alla conferenza stampa, ha portato il tema nei tribunali, permettendo di recuperare 12 alloggi a fine settembre 2023. Ma ci sono ancora ampi margini, se si trova la volontà politica.
Infine cercheremo di capire chi programma e come, se esiste un coordinamento tra Regione Toscana, Comune di Firenze e Casa S.p.a., perché è chiaro che impegni straordinari ed estemporanei rischiano di essere vani di fronte ai meccanismi di turn over.
“Ringraziamo ANED e il Presidente del Quartiere 5 per la presenza al fianco della cittadinanza. Dispiace che il primo appuntamento nel calendario della Liberazione registri un incidente spiacevole”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
La Commemorazione del Porrajmos, lo sterminio nazifascista di Rom e Sinti, è una delle prime richieste del Salone de’ Dugento durante la consiliatura 2019-2024. L’istanza fu condivisa dal nostra gruppo e da quello del Partito Democratico.
Da allora, ogni 2 agosto, presso il Giardino dei Giusti (in via Trento, presso il giardino degli orti del Parnaso), si ritrova la famiglia del Gonfalone, nonostante la contemporanea presenza del nostro Comune a Bologna, per la strage di questa data.
Negli anni la fascia tricolore è stata indossata da figure di Giunta e di Consiglio, grazie alla determinazione di Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune) e Donata Bianchi (Partito Democratico).
Oggi c’erano ANED, il Presidente del Quartiere 5 Filippo Ferraro e il già Assessore Alessandro Martini (nel 2020 in Giunta, quando iniziò questo percorso). C’era anche un gruppo di cittadine e cittadini, che ringraziamo, perché sappiamo che erano lì a seguito della nostra consueta segnalazione della cerimonia, che apre il calendario legato alla Liberazione di Firenze.
Ricordiamo che l’approvazione dell’atto per il Porrajmos suscitò polemiche. In 7 votarono contro. Il razzismo nei confronti delle comunità Rom, Sinti e Caminanti è forte.
Per questo è grave che mancassero il Gonfalone e la fascia. È però l’occasione per ribadire due cose, da parte nostra. La prima è che l’importanza delle cerimonia sta nei contenuti. Insieme al Presidente del Quartiere 5 l’abbiamo potuta comunque garantire. La seconda è un impegno, perché dal prossimo anno simili incidenti non si ripetano e perché l’area verde sia sistemata, con informazioni che permettano a tutta la cittadinanza di conoscere la storia del Giardino dei Giusti e il significato di piante e pietre presenti.