Un Documento Unico di Programmazione senza novità
“Il testo dell’intervento seguito in aula in risposta all’illustrazione della Sindaca”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
È un Documento Unico di Programmazione sfuggente, in chiave politica. Non ci sono indicazioni precise ed è evidente come possa accontentare programmi elettorali diversi (quello di AVS-Ecolò, come quello di Italia Viva).
C’è una scena di Frankenstein Junior, in cui in sogno, in modo un po’ tormentato, Gene Wilder recita una sorta di cantilena: “il destino… il destino è quel che è, non c’è scampo più per me!”.
In occasione dell’ultima variazione di bilancio la Sindaca ci ha accusato di avere una sorta di ossessione rispetto alla continuità. Ma l’ossessione è una cosa seria. Temo che questa maggioranza, per quanto visto fino a oggi, non si meriti l’ossessione, anche se la si volesse considerare un sentimento negativo.
La cornice di governo per i prossimi cinque anni, a distanza di quasi un semestre dal nostro insediamento, non contiene particolari elementi di novità e non è chiara. Non è un equilibrio facile quello richiesto alla Sindaca, lo riconosciamo. Però è un DUP in cui sono poche le scelte per il futuro.
Descrivete una Firenze che unisce il bello e il bene. Preferiamo rappresentare la parte della Città che invece accetta anche il brutto e il male. Un territorio capace di fare i conti con la complessità della vita. C’è bisogno di una sinistra capace di sporcarsi le mani e di essere presente nel contrastare il populismo penale dilagante, su cui provano a soffiare le destre.
Gli indicatori si mescolano, si fanno schemi che riportano i diversi parametri, in cui è facilissimo perdersi. Tutto viene ricondotto a standard neutri e neutrali, come da quadri normativi vigenti. Assolvete al compito, in modo diligente, ma senza politica.
A essere preponderante è la ricerca di finanziamenti, secondo un ordine invertito tra finalità e strumenti. Non una visione che ricerca risorse, ma il tentativo di poter spendere il più possibile per poi rivendicare “il fare”.
Qualcosa è migliorato? L’aeroporto è in effetti sparito dalle pagine, rimane solo come fermata della tramvia. Questo però è il nuovo corso? Tacere su questioni controverse, vedere cosa il tempo renderà inevitabile e cercare di agire con un pizzico in meno di autoreferenzialità, in attesa di un eventuale secondo mandato?
Non c’è una parola sui prossimi passi della multituility. Niente sulla postura da tenere nei confronti di Fiorentina, rispetto a Franchi e Padovani.
Su Sollicciano dite che lavorerete per ristrutturarlo, ma passerete questi anni a dirci che non è di competenza di Palazzo Vecchio. Andrebbe invece ripensato e rafforzato il ruolo della figura di garante comunale, che dovremo votare come Consiglio comunale. Pensare che la soluzione sia l’edilizia carceraria, invece di un ruolo degli Enti Locali sul piano della giustizia riparativa, è esplicativo.
Colpisce l’assenza dell’antifascismo e del lavoro che pure, almeno in parte, viene portato avanti sul tema della memoria. CasaPound e Casaggì non sono un problema buono solo per le campagne elettorali.
Ci sono obiettivi che condividiamo, almeno sulla carta.
L’internalizzazione del servizio di refezione scolastica viene da lontano e non abbiamo nessuna chiarezza sui possibili rischi che il nostro bacino di utenza potrebbe rappresentare per una realtà relativamente piccola, quale è Qualità e Servizi, al centro di una fase non semplice. Per noi rimane un obiettivo su cui tentare di dare una mano, coinvolgendo il futuro di Mercafir. È difficile, però, dialogare e confrontarsi di fronte alla vaghezza.
Quella del salario minimo è una partita delicata. Saremo al fianco dell’Amministrazione per dare il messaggio giusto, ma appare come uno slogan, per segnalare le mancanze del Governo nazionale, invece che essere costruito per riconoscere l’assenza di centralità di chi fa le pulizie dentro questo Palazzo.
Si chiedono fontanelli. Non una parola sul come mai questa promessa nel recente passato sia stata disattesa. Abbiamo già depositato una mozione che tiene conto degli accordi necessari con Publiacqua e della necessità di fare i conti con le disponibilità di bilancio e di programmazione.
Si parla della cosiddetta carriera alias, senza riconoscere minimamente il ruolo che hanno avuto associazioni, Consulta e Consiglio comunale nel portare avanti questa istanza. Chi governa dovrebbe essere in grado di ascoltare e rivendicare questa capacità, invece di sussumere e appropriarsi delle istanze in modo apparentemente scaltro.
È così che agisce il capitalismo. Toglie ogni idea di possibile alternativa, ingloba le critiche e si presenta come ineluttabile. Non c’è nessuna rottura rispetto a questa logica in cui siamo immerse e immersi.
Per questo non condividiamo la visione proposta.
Senza il privato il pubblico appare incapace di costruire novità. Proponente fondazioni, terzo settore e co-programmazione, così la cittadinanza sembra avere più spazi nel privato, rispetto al dialogo con la politica.
In quest’aula è già stata bocciata la nostra proposta di riportare i Quartieri alla situazione pre-Renzi. Ci avete detto che era troppo. Qui nel DUP però non c’è scritto come si pensa di dare potere e gestione diretta dei servizi alle circoscrizioni.
Volete lasciare chi affoga in mano alla carità, ma questa non è una politica di sinistra all’altezza del compito di governo che è chiamata a esercitare.
Il documento, tecnicamente impeccabile, rende sfuggente, direi impossibile nei fatti, il confronto politico. Accompagnate il progressivo sottrarsi del Comune rispetto al territorio. Amministrate, invece di governare. Oggi vediamo confermate le ragioni di un’alternativa, da far vivere nella società, perché diventi inevitabile per voi prendere atto delle trasformazioni in positivo di cui Firenze ha bisogno.