Case popolari vuote: si torna a viaggiare sopra le 800, con 60 sfratti che incombono
“Numeri importanti, che parlando di un’emergenza sottovalutata dalla politica, nazionale e locale, di destra e di centrosinistra”
Rassegna stampa dopo la conferenza stampa
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Dmitrij Palagi, Sinistra Progetto Comune – 02 agosto 2024
Lo sappiamo: Giunta e Sindaca si difenderanno con il piano straordinario annunciato da Nardella l’anno scorso. In effetti i 6 milioni di euro stanziati per 500 alloggi di edilizia residenziale pubblica hanno garantito di raggiungere l’obiettivo entro il termine prefissato (estate 2024).
Ciò nonostante le case popolari vuote sono tornate a essere di poco sopra quota 800. Ci pare quindi di capire che se non ci fosse stato lo sforzo straordinario del bilancio comunale 2023, oggi saremmo abbondantemente sopra quota 1.000.
Stante l’attuale situazione di ormai cronica emergenza abitativa, riteniamo utile ricordare che il patrimonio immobiliare gestito è di proprietà del Comune, ed è quindi doveroso, anche da parte nostra, contribuire a dare piena informazione sullo stato in cui versa.
Mettendo a confronto i dati riguardanti le case vuote per come erano a marzo 2023 con i dati di luglio 2024, si deve constatare che da 837 si passa a 807.
Il totale degli alloggi da ristrutturare passa da 676 a 643, con una forte diminuzione di quelli coperti dai canoni correnti (da 167 a 45) e un aumento di quelli per cui devono ancora essere identificati i fondi (da 317 a 358). È anche più che quadruplicato il numero di alloggi “da non ristrutturare”: erano 20 e ora sono 88.
Il quadro complessivo che questi numeri dipingono è seriamente preoccupante e ci fa ancora una volta tornare a dire che per risolverlo servono politiche strutturali, senza le quali anche gli sforzi straordinari a poco arrivano. Politicamente, lo ribadiamo, è stato un errore non aver mai previsto un aumento degli alloggi di ERP nel Piano Operativo. Continuare a investire unicamente in social housing e politiche abitative dirette alle “fasce grigie” in termini reddituali, non risolve la sostanziale rimozione del diritto all’abitare, che riguarda quella parte sempre maggiore della popolazione colpita dall’aumento delle disuguaglianze, per la quale la casa è diventata una causa ulteriore di impoverimento e, in molti casi, di marginalizzazione sociale. I contributi affitti alleviano la situazione di tanti nuclei familiari, ma sono palliativi, non invertono le tendenze.
Le procedure di sfratto previste, al 30 giugno dell’anno in corso, solo con interventi da eseguire con forza pubblica in case popolari, sono 60. Un numero specifico, in un contesto di forte peggioramento dell’emergenza abitativa. Anche dal SUNIA hanno spiegato che da settembre si rischia un aumento esponenziale delle richieste di sfratti esecutivi trasformati in esecuzione. Dall’Unione Inquilini, poi, si fa presente come siano state eseguite prima di giugno anche sentenze di aprile, anche per casi di finita locazione, dove non c’era morosità. L’espulsione della residenza si accompagna a una rimozione delle politiche attive funzionali a reperire nuovi immobili per rispondere al dramma delle liste di attesa e alle tante persone che non provano neppure a fare domanda.
Siamo consapevoli delle gravi responsabilità del Governo nazionale nel determinare molti degli aspetti emergenziali con cui Firenze deve confrontarsi, e ci uniamo alle sollecitazione che Comune e Regione Toscana hanno rivolto a Governo e Ministeri competenti, tuttavia continuiamo a indispensabile, vitale, partire dal livello locale. Su tutto ciò, pertanto, torneremo a sollevare l’attenzione del Consiglio e chiederemo conto a Sindaca e Assessorato competente anche della situazione di quelle unità definite “da non ristrutturare”, della complessiva situazione delle tante voci corrispondenti ad alloggi per cui devono ancora partire i lavori (anche quando sono già state individuate le risorse).
Inoltre, torneremo a chiedere alla Giunta di prendere atto della sentenza di via de’ Pepi, recuperando dal patrimonio messo in dismissione (o valorizzazione, che dir si voglia) immobili da destinare al patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblico. Giuseppe Cazzato dei Cobas, presente alla conferenza stampa, ha portato il tema nei tribunali, permettendo di recuperare 12 alloggi a fine settembre 2023. Ma ci sono ancora ampi margini, se si trova la volontà politica.
Infine cercheremo di capire chi programma e come, se esiste un coordinamento tra Regione Toscana, Comune di Firenze e Casa S.p.a., perché è chiaro che impegni straordinari ed estemporanei rischiano di essere vani di fronte ai meccanismi di turn over.