Femminicidi parole del Consigliere Asciuti non all’altezza del Consiglio
“Il Salone de’ Dugento non è un tribunale della fede. E non si gridi alla censura. Ha parlato, del dolore di una donna, a cui hanno ucciso una sorella”
Dmitrij palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Il Consigliere Asciuti griderà alla censura, ma noi riteniamo le parole pronunciate in aula oggi profondamente sbagliate.
Dice che si viveva meglio prima e che le colpe della violenza sarebbero – almeno in parte – da attribuire al ’68.
Attaccare la sorella di Giulia Cecchettin citando Pasolini è un modo scomposto di comunicare, coerente con uno stile diffuso su alcuni flussi delle piattaforme sociali.
La visione del Consigliere Asciuti sembra più simile a un grido di battaglia durante una Crociata, che a un’analisi politica. Una mancanza di chiarezza in materia di religione, oltre che verso Pasolini. Ma soprattutto priva di umanità. Ha scelto di usare i suoi 3 minuti per parlare del dolore di una donna, che ha visto uccidere sua sorella. Sentiva la necessità di giudicarla. Come se presiedesse un tribunale della fede, invece di sedere in Consiglio comunale.