Disturbo da gioco d’azzardo: avviati approfondimenti
“Ringraziamo i Presidenti Amato della Commissione 4 (politiche sociali) e Burgassi della 5 (sport) per la seduta di stamani”
Abbiamo letto dell’ipotesi di abolire il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo nella prospettiva di riforma del calcio italiano, con una risoluzione approvata nella VII Commissione Cultura e sport del Senato.
Non abbiamo riscontrato ragioni scientifiche valide e ci è sembrato necessario lanciare un allarme con una risoluzione utile a prendere una posizione come Ente Locale, insieme alla Regione Toscana.
Questo ha dato l’opportunità alle Commissioni 4 (politiche sociali) e 5 (sport) di organizzare una seduta importante questa mattina, che avvia un percorso di approfondimento sul disturbo da gioco d’azzardo. Ringraziamo i Presidenti Amato e Burgassi per gli inviti fatti e chi è intervenuto per darci approfondimenti preoccupanti.
Abbiamo ascoltato l’Assessore del Comune di Livorno Andrea Raspanti (delegato ANCI Toscana al Gap e alle dipendenze), i Dottori Andrea De Conno, Gennaro Evangelista e Alessio Arces di Federsanità – Anci Toscana. Li ringraziamo, anche per il materiale messo a disposizione, in una seduta di due ore che rimane a disposizione della Città (https://www.youtube.com/watch?v=xPLKpcMz2UI).
Si è discusso dell’azzardo come patologia sociale e si è ricordato quanto sia esteso il problema. È stato ricordato come sia necessario evitare la criminalizzazione delle persone e contrastare i singoli individui, a fronte della necessità di dare centralità all’impatto che ha sul territorio.
A livello nazionale l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività di chi gioca d’azzardo è passato da 34 miliardi di euro nel 2006 a 147 miliardi nel 2023. Al Senato è stato detto che il divieto di pubblicità non serve, dato questa tendenza all’aumento. Ma scientificamente tutto suggerisce di dover ragionare all’opposto: “nonostante il divieto, comunque la dipendenza cresce”.
Ascolteremo volentieri i prossimi approfondimenti, anche perché ANCI ci ha spiegato quanto sia importante l’impegno istituzionale ed è chiaro che il Comune è l’ente di maggiore prossimità che può collaborare con i soggetti del territorio per invertire una tendenza che produce forti danni, sul piano sanitario e sociale.