“Sostegno al Comitato e alla residenza, la risposta all’interrogazione della Vicesindaca dimostra che il Comune ha un ruolo”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Siamo convintamente al fianco della mobilitazione nata contro l’insediamento del Comando NATO presso la Caserma Predieri di Rovezzano.
In un primo momento, a una richiesta di accesso agli atti, ci era stato detto che Palazzo Vecchio non aveva documentazione.
Da pochi giorni è invece arrivata una risposta a un’interrogazione preparata grazie al Comitato No Comando Nato né a Firenze né altrove. Ci pare che si voglia rassicurare per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica. Ci rassicurano sul fatto che non aumenteranno i voli e i mezzi militari, rispetto a quanto già previsto. Ma cosa è previsto? Inoltre dire – nel 2024 – che sarà “solo” un luogo di pianificazione ci pare fuorviante. Sappiamo quanto le guerre oggi vengano condotte a distanza.
Niente ci è stato detto su carteggi tra Comune e Ministeri, così come il silenzio è stato scelto sull’impatto in termini sociali, di viabilità e urbanistici.
Saremo all’iniziativa e al presidio annunciati oggi in conferenza stampa. Inoltre rilanceremo la richiesta di documentazione e risposte.
Ringraziamo chi tiene alta la pressione dal basso, l’ufficio stampa e la Polizia Municipale per aver reso possibile la conferenza stampa.
Questa la nota del Comitato No Comando Nato né a Firenze né altrove.
Procede nell’opacità totale il progetto di installazione del comando Nato a Rovezzano, nonostante da più parti si chieda, come premessa, trasparenza e un confronto aperto con la cittadinanza.
All’interrogazione depositata in Comune nel novembre 2023 dai consiglieri Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, che chiedeva chiarezza su un progetto su cui la Giunta Nardella ha sempre dichiarato di non avere informazioni, è stato risposto mesi dopo, il 7 febbraio 2024, rispondendo su alcune domande puntuali, ma omettendo tutto il resto.
“Esiste tutta una fascia prossima alla base, che comprende zona abitata, parco fluviale, la stessa viabilità” sottolinea il Comitato No Comando Nato, “che pur essendo esterna alla Caserma sarà coinvolte nelle cosiddette “fasce di sicurezza”, su cui la competenza è dell’amministrazione comunale. Il Comune ha più volte dichiarato di non aver ricevuto alcuna comunicazione, se fosse vero sarebbe un abuso sulla pelle di chi vive in questo territorio. Ma dallo scambio avvenuto sull’interrogazione emerge altro: il Comune avrebbe ricevuto la comunicazione e la terrebbe in un cassetto: un atteggiamento ancora più grave”.
Alla ulteriore richiesta dei Consiglieri di Sinistra Progetto Comune di avere accesso agli atti, la Giunta ha risposto di non avere né atti né documenti.
“Una posizione smentita dalla stessa risposta della vicesindaca Bettini” incalza il Comitato. “Per questo esigiamo che il Comune apra quel cassetto e renda pubbliche tutte le informazioni che ha in suo possesso. E’ un diritto di chi vive in questa città”.
Per questo, e per sottolineare ulteriormente l’opposizione a un progetto incompatibile con il tessuto sociale e il profilo della città di Firenze, il Comitato lancia un appello “alla cittadinanza, alle associazioni, ai partiti e alle organizzazioni del territorio, ai singoli cittadini, ai lavoratori, agli studenti ed esponenti dei sindacati e della società civile” ad opporsi all’insediamento del Comando NATO, invitando tutte e tutti a partecipare al presidio del prossimo 17 febbraio alle ore 16.30 davanti alla Caserma Predieri. Un’iniziativa che verrà anticipata da una serie di striscioni che si stanno esponendo in diverse parti della città e da un evento, organizzato venerdì 16 febbraio alle 18, presso il SRMS Nave, in via Villamagna 111 a Rovezzano con la partecipazione dell’avvocato Mario Marcuz del Foro di Bologna, che permetterà di approfondire cosa prevedano i benefici di extraterritorialità per un comando Nato, quali saranno le ricadute sul territorio e quali siano le responsabilità dell’Amministrazione comunale.
“Crediamo sia fondamentale riaccendere i riflettori sulla vicenda e a questo serviranno le iniziative che abbiamo messo in campo” concludono i promotori. “Lo è per motivi specifici legati alla vita in questa città e per motivi più generali: non vogliamo un comando Nato perché non vogliamo la guerra, e quindi ci opponiamo alle strutture e alle infrastrutture attraverso cui la guerra si combatte”.
Interrogazione 2023/01219
Risposta