“Presidio oggi davanti Palazzo Vecchio, per ricordare che essere Città di pace vuol dire non tacere sul Comando Previsto a Rovezzano”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Il 4 novembre non è solo il giorno in cui ricordiamo l’alluvione del 1966, è anche la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate.
Davanti Palazzo Vecchio, dalle 14:00, oggi, è in corso un presidio del Comitato No Comando NATO né a Firenze né Altrove. Ci chiede se siamo Città di Pace o della guerra, sottolineando come questa non sia una domanda retorica.
In aula abbiamo la bandiera della pace ma il nostro gruppo non sente nessuna parola di contrarietà all’ipotesi di un centro dell’alleanza militare atlantica a Rovezzano, da parte di chi governa la Città. Non sappiamo neppure se si è effettivamente già insediato, questo Comando.
Si parla di Patria, ma la sovranità della nostra Repubblica è compromessa, principalmente per responsabilità del fascismo e della monarchia, che ci hanno trascinato tra le pagine più oscure dell’umanità durante la Seconda guerra mondiale. L’Italia esce sconfitta e obbligata a dover fare parte di quella che poi diventerà la NATO. Il Comandante Gracco, anche dopo la Resistenza, ha continuato a denunciare la presenza di armi atomiche e basi di altri eserciti sul nostro territorio, frutto di quegli accordi.
Alberto Negri su “il manifesto” del 27 ottobre ha scritto, guardando al Medio Oriente: «se pensiamo che questa sia una guerra soltanto di Israele ci sbagliamo di grosso. Non ci sono soltanto le forniture belliche miliardarie a Tel Aviv. Un’inchiesta trasmessa da Al Jazeera – la rete del Qatar – ci informa che Usa e Gran Bretagna hanno attuato in un anno un vero e proprio «ponte aereo» su Israele con 6mila voli militari, di cui almeno 1200 cargo. Ma c’è dell’altro. Su oltre 1200 voli di ricognizione e intelligence per individuare i bersagli da colpire il 20% sono stati attuati da aerei israeliani, il 33% da quelli americani e il 47% dagli inglesi. In poche parole, il 70% dei sorvoli di ricognizione per colpire Hamas e Hezbollah – salvo poi contribuire ad abbattere edifici, ospedali, scuole, e uccidere dei civili – sono stati effettuati dagli anglo-americani i cui velivoli decollano dalle basi in Germania, Grecia, Cipro e da quelle dell’Italia nel centro del Mediterraneo. Ecco come siamo coinvolti in questa guerra senza che naturalmente nessuno ci dica nulla».
La nostra Repubblica ci ha riscattato dagli errori della nostra Patria. Più del “milite ignoto” dovremmo allora ricordare le persone che nel corso dei decenni sono morte nel silenzio della società.
Negli anni abbiamo militarizzato i territori e i corpi di polizia, a partire dallo scioglimento della Forestale, fatta confluire nell’Arma dei Carabinieri. Abbiamo fatto l’opposto di ciò che è necessario per la pace, mentre c’è chi continua a fare profitto sullo sfruttamento e sulla morte, vendendo armi e facendo accordi con i diversi Stati.
Per questa settimana il Comitato ha previsto diverse iniziative. Il calendario può essere consultato sul loro sito noguerranonato.org. Continueranno anche le iniziative di Firenze per la Palestina, che ieri erano alla Galleria dell’Accademia, sotto il David di Michelangelo.
Il sacrificio di chi lavora spesso non trova spazio nei libri di storia, anche se il mondo della ricerca in parte sembra rinnovarsi proprio su questo. Dobbiamo mettere in discussione il mito di chi ha fatto morire migliaia di innocenti e soldati, perché il 4 novembre diventi festa di pace e internazionalista.
Tante le sono manifestazioni per la pace che hanno riempito la nostra Città, tra cui quella recente del 26 ottobre. Da parte delle istituzioni e del sistema politico ci aspetteremmo maggiore capacità di dialogo con il territorio e chi lo vive.