Piano Operativo:
alla città garantiamo un’opposizione costruttiva
“Una visione di insieme che tenta di dialogare con visioni opposte, sfideremo la Giunta al fianco della cittadinanza nella fase delle osservazioni”
Antonella Bundu, Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Fermare il turismo non è possibile. Non lo si può neanche governare senza adeguati strumenti. Per una simile scelta l’urbanistica da sola può bastare? La risposta è no. Deve essere messo in discussione il modello di sviluppo nel suo insieme, altrimenti arriveranno solo commenti dispiaciuti su quanto avviene.
Abbiamo apprezzato la propositività con cui l’Assessora oggi ha esposto la delibera, favorendo il confronto. Ma riteniamo che il risultato sia un tentativo di tenere in equilibrio visioni opposte, senza scelte radicali quanto necessarie.
Sulla moschea dobbiamo assumerci un ruolo pubblico, non per favorire una confessione religiosa, ma perché è chiara l’esistenza di una questione sociale.
Sugli immobili pubblici: ricordiamo come anni fa gli uffici ci avessero detto in Commissione che tutto quello che poteva essere venduto era stato venduto. Lo ricordano l’edificio della discoteca Flò, l’area ex OGR e Costa San Giorgio, per citare tre degli esempi più recenti.
Sugli studentati: il tema, per noi, non è discriminare tra chi ha la cittadinanza italiana e chi no. Ma guardare a chi è in condizioni di fragilità, povertà, marginalità. I privati non hanno interesse a questo mercato, se non ricevono sovvenzioni, contributi o altri tipi di vantaggio.
Sull’ex Manifattura Tabacchi: davvero un luogo inaccessibile sul piano abitativo, se non si ha una fascia di reddito elevatissima, è considerato un risultato positivo? Lo chiediamo visto che, anche negli incontri pubblici, la Proprietà si è “lamentata” dell’obbligo di dover fare Social Housing (solo per 12 anni, bene ricordarlo) e che, a domanda specifica, su quando partirà il progetto, ha risposto, serenamente, di volersi concentrare sugli appartamenti di lusso, in attesa di vedere calare i costi dei materiali edili.
Tantissimo c’è da fare, inoltre, per l’urbanistica di genere e l’inclusione di chi non corrisponde agli “standard”. Ma anche questo è un lavoro che riguarda il complesso delle azioni di governo.
Vale anche per la mobilità. La scelta di investire solo sulla tramvia, spesso su progetti datati, è un disastro per chi sostiene la priorità del trasporto pubblico locale, rispetto al diritto all’auto privata. Non c’è un sistema integrato e le cantierizzazioni polarizzano il malcontento.
Tre ultimi appunti. Sullo stadio andava riconosciuto che senza pandemia saremmo rimasti bloccati sulla Mercafir e la fretta sta portando a un uso di ingenti risorse pubbliche non adeguato. Sullo scudo verde e il rapporto con i comuni limitrofi c’è un problema di base per come è stato pensato. Sul legame tra carcere e città c’è da fare un lavoro vero, complessivo e di maggiore portata: troppe parole ci sono sembrate fin troppo familiari, già sentite.
Bene l’ampliamento dei giorni per le osservazioni da 60 a 80. Saremo al fianco di cittadinanza, comitati e chiunque voglia proporre una città pubblica, verde, accessibile, accogliente, in cui si difende chi non ha mezzi, contrastando chi ha troppo potere e troppe ricchezze.
Dobbiamo fare di più, per la difesa dell’Arno, delle Cascine, per invertire l’espulsione di residenza, che secondo Palazzo Vecchio neppure sta avvenendo.