Suolo pubblico: aumentano le sanzioni a favore della stampa?
“C’è una distinzione tra occupazioni straordinarie e ordinarie? E che fine hanno fatto le promesse sui diritti del lavoro?”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Ai regolamenti straordinari di occupazione di suolo pubblico per le attività di somministrazione abbiamo presentato decine e decine di emendamenti. La maggioranza li ha sempre bocciati tutti. Pareva che parlassimo di problemi inesistenti.
Oggi invece viene data notizia – come sempre con un comunicato stampa che precede il testo della delibera – di una stretta sulle violazioni delle regole. Si aumentano le sanzioni, parlando di numerose violazioni riscontrate, tirando nel mezzo la categoria dei “furbetti”.
La solita retorica, buona per chi governa guardando al presente, invece che al futuro. Ci sono “mele marce”, non c’è nessuna responsabilità politica. C’è anche l’immancabile commento: “chi sbaglia paga”. Ma chi sbaglia politicamente, non paga mai?
Appena uscirà il testo cercheremo di capire se è necessaria un’interrogazione. Abbiamo idea se le sanzioni riguardano i regolamenti ordinari o quello straordinario? Si sono susseguite talmente tante novità, temporanee, che si fa anche fatica a capire esattamente quali siano le intenzioni dell’Amministrazione.
Abbiamo alimentato per mesi e mesi l’idea di “occupare il più possibile”, perché l’unico modo per avere socialità sul territorio era quello di favorire il consumo di bibite e cibo. Non è mai stata accolta neppure l’idea di riservare una quota di sedute all’esenzione dall’obbligo di consumo (una misura simbolica).
La cosa che più ci sorprende, nella nota odierna, è che nessuna sanzione comunale è prevista per chi non rispetta i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Gianassi prima e Bettarini dopo avevano detto che il no ai nostri emendamenti non presupponeva l’assenza di azioni.
Si vede che al Partito Democratico fiorentino non interessano le posizioni di Camera del Lavoro, delle categorie CGIL che si occupano del turistico-ricettivo e del sindacalismo di base. Troppo dalla parte delle classi lavoratrici.