Maggio Musicale: da “Chiarot chi?” a “Pereira chi?” per il PD?
“Oggi si è confermato come le responsabilità politiche siano principalmente del Sindaco, come diciamo dal 2019”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
«Tutti i Sovrintendenti sono stati dei “piccoli Pereira”, escluso Chiarot». Riconosciamo al Direttore Amministrativo Enrico Maria Peruzzi di essere stato sempre molto chiaro nelle audizioni della Commissione Controllo, in questa consiliatura. Queste sono le sue parole di oggi.
Il Commissario Straordinario della Fondazione del Maggio Musicale, Onofrio Cutaia, ha chiarito il contesto di una situazione insostenibile. Ha detto che si è dovuto tagliare, senza rinunciare alla qualità, ottenendo buoni risultati (con spettacoli da posti esauriti in sala).
La gestione Pereira era fuori “Scala”, c’erano produzioni troppo costose anche rispetto alle sponsorizzazioni private che venivano trovate. È dal 2019 che lo diciamo. Ci sono tracce anche nelle relazioni che si sono susseguite nel tempo.
La preoccupazione è stata espressa spesso anche dalle organizzazioni sindacali. Reazione del Sindaco? Ha sempre mandato l’allora Assessore Sacchi a difendere la linea, anzi a rivendicarla. Come sempre ha fatto il Partito Democratico. Che è andato pure oltre.
7 giugno 2022, ecco le parole del Partito Democratico di Palazzo Vecchio, dopo alcune dichiarazioni di Cristiano Chiarot (pubblicate in Rete Civica). «Nessuno ha chiamato in causa l’ex Sovrintendente, di cui francamente nessuno si ricordava più, neanche Pereira, che durante l’audizione in commissione ha fatto riferimento in generale alla situazione del teatro degli anni precedenti. [..] L’operato di Pereira sul rilancio artistico è sotto gli occhi di tutti, è riconosciuto da tutti i media europei, ha permesso di portare a Firenze i più grandi nomi internazionali della musica».
Il Commissario ha spiegato: il Sovrintendente ha potere quasi assoluto. Solo il Sindaco e la politica potevano bloccare una tendenza che ora mette a rischio il futuro del Maggio.
Ci sono opposizioni che in questi anni hanno parlato di “carrozzoni”. Non l’abbiamo mai fatto. Abbiamo sempre chiesto di garantire la stabilità, i salari e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori a cui sono stati chiesti da tempo moltissimi sacrifici.
Rispetto alle domande fatte, ringraziando per le risposte, prendiamo atto di come:
- le sponsorizzazioni del Sovrintendente Pereira se ne sono andate con lui,
- i contributi privati non coprivano i costi delle produzioni programmate,
- non è corretto quanto detto dal Presidente della Regione Toscana («si è speso più di quanto preventivato»), perché il problema dei ricavi insufficienti era ben noto da tempo,
- non ci sono garanzie su CIG, anche se la tutela del personale dipendente è una priorità.
Lo ribadiamo. Lavoratrici e lavoratori hanno già pagato. Le spese fisse sono coperte dai contributi pubblici. Si riporti il Teatro al centro del territorio. La cultura non è merce da esporre ai flussi turistici.