Lavoro nero, che fine ha fatto la vigilanza congiunta?
“Nel 2014 l’annuncio di un accordo tra Comune di Firenze e INPS, per una collaborazione tra Polizia Municipale e ispettorato dell’Istituto: ma Palazzo Vecchio non ha dato i fascicoli in merito”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Quando discutevamo di occupazione straordinaria di suolo pubblico, avevamo proposto un investimento politico sulla tutela delle classi lavoratrici, da parte del Comune di Firenze, per premiare gli esercenti corretti con il proprio personale.
Ma, nonostante alcune promesse, ci era parso di capire che il Partito Democratico ventilasse un problema di competenza.
Quindi “Palazzo Vecchio non può nulla per contrastare il lavoro a nero” sembra essere il pensiero egemone dalle parti della maggioranza.
Ci è tornato allora in mente il protocollo annunciato nel 2014, dall’allora Assessore allo sviluppo economico, oggi nuovamente in Giunta con delega al bilancio. Citiamo la nota ufficiale della Rete Civica di allora, sull’accordo siglato tra il nostro Ente e l’INPS: «due strumenti importanti per contrastare il lavoro a nero, ovvero senza contributi previdenziali. […] Il primo è quello dei controlli congiunti sul tema del lavoro nero e della regolarità contributiva, l’altro consiste nel mettere a disposizione dell’Inps i dati di cui la nostra polizia municipale entra in possesso nello svolgimento della propria attività ordinaria» (8 settembre 2014).
Una “collaborazione strutturata”, come d’altronde già sperimentata anche in anni precedenti, è un “importantissimo punto di partenza”, di cui abbiamo provato a chiedere conto con un accesso agli atti, per capire i numeri di questi anni.
Anche perché al tempo si parlò di “coronamento” di un lavoro svolto nel triennio precedente.
Purtroppo gli uffici, sempre disponibili nel dare seguito alle nostre richieste (e che ringraziamo), non hanno potuto dare riscontro.
Non sarebbe «prevista alcuna forma di fascicolazione dedicata o altro indice differenziale utile a fini statistici». Quel che è avvenuto dopo il 2014 non è rintracciabile, se non con immane impegno di ricostruzione. Pertanto, si è andati “a caso”.
Insomma, quello del 2014 sembra essere stato davvero un annuncio a vuoto, un protocollo per fare bella figura con la stampa e l’opinione pubblica, confidando nella memoria breve della cittadinanza. Quando ci viene chiesto che idea della Municipale abbiamo, avremo un esempio in più da fare, in attesa della risposta a un’interrogazione in corso di deposito, per capire se ci sfugge qualcosa su questo tema.