“Incredibile come tutto sembri una novità per chi governa Palazzo Vecchio, per fortuna gli atti dimostrano altro”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Grazie al Comitato No Tunnel Tav e alla cittadinanza abbiamo più volte sollevato il tema dell’impatto dei progetti per l’Alta Velocità sul territorio, a fronte di discutibili (se non nulli) effetti positivi sulla mobilità.
Vale anche per la tramvia e gli scavi: tre interrogazioni dimostrano che il tema era noto e che l’attuale dibattito manchi di senso di responsabilità.
Abbiamo dovuto rilanciare domande precise, ottenendo queste risposte.
26 luglio 2023: «sarà cura di RFI evitare qualsiasi tipo di eventuale cedimento, ricordando che la sede tramviaria è realizzata su di una platea di cemento e quindi è difficile ipotizzare un cedimento delle rotaie».
31 agosto 2023: «la tramvia è da considerarsi esistente rispetto al tunnel TAV e quindi dovrà essere valutata da RFI l’interferenza del tunnel AV rispetto alla infrastruttura esistente. Per tale motivo sono in corso interlocuzioni tra Ufficio Tramvia e RFI. […] Un cedimento delle rotaie di 3 centimetri, pur in pendenza di calcoli specifici è da ritenersi non ammissibile con l’esercizio della tramvia».
4 ottobre 2023: tra la Direzione Sistema Tramviario Metropolitano e «RFI si sta sviluppano una interlocuzione in attesa di convocare nuovi incontri specifici sul tema. Ad oggi non ci sono verbali in merito sottoscritti. Relativamente al cedimento ammissibile della sede tramviaria non si hanno parametri precostituiti ma è necessario svolgere una analisi progettuale complessiva che tenga conto di tutti i fattori e determini l’entità ammissibile».
Insomma se siamo in “alto mare” c’è una responsabilità politica precisa, sul mancato ruolo politico del nostro Comune. Torniamo a chiedere di bloccare tutto, perché manca senso della progettualità e sarà il prossimo governo cittadino a dover fare il punto sulla mobilità di domani.