“Quando le cose funzionano è merito del governo della città, quando le cose vanno male si mette il broncio e si battono i piedi in terra, scaricando le responsabilità?”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
1.000 giorni per Torre degli Agli. Questo il primo annuncio, dell’allora sindaco Matteo Renzi. Era il 2013. Nel 2016 Firenze Riparte a Sinistra, con Tommaso Grassi, denuncia l’assenza di copertura per 15 milioni su 20, evidenziando quanto vuota fosse quella prima promessa.
Arriviamo a giugno 2021: il Partito Democratico si fa i complimenti da solo per i tempi rispettati, in consiglio comunale. Lo fa il gruppo consiliare, ringraziando la Giunta, nel Salone dei Duecento. Ai confini della realtà.
Nel frattempo più gruppi di opposizione riprendono la vicenda, denunciando la storia infinita di questo cantiere. Potremmo metterci: “fine lavori mai”, sui cartelli continuamente corretti. Almeno al termine delle operazioni il Sindaco potrà dire di aver fatto più di quanto promesso, ribaltando quanto avviene di solito.
“Stare col fiato sul collo”, come dichiara l’Assessora di turno di questa vicenda, serve a poco, se dall’altra parte la ditta alza le spalle e dice che il materiale scarseggia.
Il Partito Democratico deve chiedere scusa: perché ha fatto tutto da solo. I 1.000 giorni, le nuove date continuamente rimandate, il tentativo di non parlare della cosa fino a che l’opposizione non solleva il problema: il punto centrale è che nel “caos della pandemia” non ci si doveva finire.
Chiederemo di avere per scritto il riepilogo delle ragioni dei ritardi pre-Covid-19 e una esplicitazione delle responsabilità politiche di cui nessuna figura di governo sembra volersi fare carico.
Anche perché l’emergenza abitativa è un problema vero, drammatico. Merita poche parole e molte azioni. Basterebbe frequentare alcuni degli sfratti con forza pubblica che sono ricominciati per rendersi conto di quanto sia urgente agire in modo diverso.
Foto: FirenzeRepubblica.it