“L’accordo firmato il 27 dicembre 2022, con il consenso del Consiglio di Amministrazione. Non è chiaro se Sindaco e Giunta sapessero”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Il Comune di Firenze sapeva che ALIA stava riconoscendo a Toscana Energia il diritto di prelazione della quota detenuta da Palazzo Vecchio e ceduta alla multiutility? La Sindaca, stamani, ai microfoni di Lady Radio, a domanda precisa, ha risposto: «ha già risposto abbondantemente l’Assessore Bettarini».
Questa cosa a noi non risulta vera. Pensiamo sia un problema, visto che la domanda di attualità della settimana scorsa era nostra, come il question time discusso oggi.
Non è questione di sfumature, ma di sostanza. La Giunta ci dice che il Consiglio di Amministrazione di ALIA è autorizzato ad agire come ha fatto e chi ci siede sapeva. Ma l’allora Sindaco Nardella? E gli altri soci pubblici? A questo si continua a non rispondere. Se non sapevano, diventa evidente quanto poco conti il pubblico (e anche l’assemblea dei soci). Se sapeva, il Consiglio comunale doveva essere informato. Perché a ottobre 2022 non abbiamo votato la vendita delle nostre quote di Toscana Energia, ma il conferimento dentro un’altra partecipata, per “fusione”. Così ci era stata presentata quella delibera.
Invece, ci ha confermato oggi l’Assessore, la firma tra le due società è avvenuta il 27 dicembre 2022, con la firma dell’Amministratore Delegato (non il Presidente) di ALIA e la Presidente di Toscana Energia.
Nessuna risposta anche a un’altra domanda precisa: possiamo fare qualcosa perché questa cessione non avvenga entro il 31 marzo 2025, come da accordi del 27 dicembre 2020? Viene convocata un’assemblea dei soci straordinaria della multiutility? Agli altri soci pubblici sta tutto bene così?
L’Assessore ha confermato che pesiamo dentro la multiutility quanto ci hanno permesso i conferimenti. Quindi quel 20% circa di Toscana Energia ci ha fatto pesare di più, ma in realtà da dicembre 2022 è potenzialmente di Italgas, non nostro.
Ci pare si stia configurando un pasticcio. Di fronte al quale non serve la strategia dell’opossum della Virginia, non muoversi sperando che le cose passino. Non smetteremo di fare domande e pretendere chiarezza.
Infine ricordiamo che l’obbligazione quotata è stata negoziata da Quadrifoglio nel 2016 e che sarebbe importante leggere le parole dell’Amministratore Delegato di allora, scritte sulle piattaforme digitali in questi giorni. Anche ai dubbi che solleva si dovrebbe rispondere.
Ci è stata detta una cosa e si è poi fatto altro? Sul valore dei concambi c’è l’ipotesi di un guadagno particolare da parte del nostro Comune, dentro l’operazione complessiva?
Fino a qui ci sembra di capire che si sta giocando con la finanza, non con visioni industriali e politiche. Visto che sono passati 3 anni dal lancio del progetto c’è da dire che non c’è male.