“Completamente sparite le problematiche che pure la Giunta riconosceva derivare dal fenomeno dell’overtourism. Investire senza riserve nella promozione del Rinascimento come brand da esportare in modo sempre più intensivo è un errore di cui tutta la città pagherà le conseguenze”
Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Associazione Progetto Firenze
“Dal nuovo rinascimento in Arabia Saudita al rinascimento senza fine per promuovere Firenze sul mercato del turismo internazionale, con un occhio di riguardo a quello di lusso.
La città del futuro che chi ci governa immagina è di nuovo quella ostaggio dell’overtourism, dove ad essere favorite sono le logiche della rendita, impoverendo il territorio e il lavoro, scacciando la residenza?
La Giunta è chiarissima: Firenze invita il turismo a tornare, per anticipare e “battere” le realtà concorrenti, persino quelle che comunque sono sul nostro territorio nazionale, come Roma e Venezia. Perché non restituire la nostra città a chi ci vive e lavora ogni giorno, invece di proporre di “regalarla” al turismo?
Perché trattare il nostro tessuto urbano come merce da sfruttare il più possibile, così come stiamo facendo con il pianeta, incentivando cementificazioni e flussi internazionali con sistemi di mobilità insostenibili?
Tutto si tiene nella visione economica e politica che muove il governo della città.
Davvero c’è bisogno di mettere a valore Firenze? Temete davvero sia dimenticata a livello mondiale e sparisca dai libri, o dalle mappe?
Da questa pandemia non stiamo ancora uscendo, piuttosto si sta entrando in una modalità di convivenza con il virus, senza che si sia provveduto a stabilire nuove regole per non ritrovarsi completamente disarmati rispetto alla “ripartenza dell’economia”.
La città vera, quella che vi ostinate a ignorare, sarà più debole e fragile di quanto non fosse già nel 2019. Su questo si doveva lavorare e in parte di questo avevano parlato alcune dichiarazioni del Sindaco. Evidentemente vuote.
Quello a cui rischiamo di assistere è un tossico intreccio di interessi privati, piattaforme digitali internazionali, disciplinamento del territorio, commercializzazione di ogni aspetto della vita.
Sottovalutare tutto questo è un errore che Firenze non si può permettere”.