“La lettera riportata oggi anche sulla stampa di una cittadina evidenzia quanto sia insicura una città svuotata di residenza”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Nel dibattito tra maggioranza e destre appare una sola sicurezza, al singolare, lo affermiamo continuamente.
La lettera di Ilaria Agostini, cittadina, urbanista e docente universitaria, riportata oggi anche su “la Repubblica”, evidenzia a quanto poco servano le telecamere in una città svuotata di residenza.
I flussi turistici hanno allontanato le persone da molte parti del tessuto urbano, specialmente dal “centro”.
Così può succedere che un tir possa passare da via delle Ruote, incastrarsi, venire via devastando i mezzi parcheggiati e rimanere ignorato per giorni, senza che ancora oggi sia possibile fornire alle persone interessate dai danni la targa per le richieste di risarcimento.
Pensiamo utile riportare integralmente la lettera della cittadina, garantendo che il prossimo lunedì chiederemo conto alla Giunta di cosa pensi dell’accaduto e se non sia urgente prendere atto di quanto sia sbagliato e insostenibile il modello di sviluppo con cui si è governata Firenze fino a oggi.
Ecco il testo integrale di Ilaria Agostini, urbanista e docente
Nella città desertificata, nottetempo può accadere l’impensabile. È il 25 febbraio, ore 4 di mattina: un Tir bianco si infila in via delle Ruote, la percorre fino all’incrocio con via San Gallo dove la sede stradale si restringe. Il camion non può girare, si incastra, attende. Poi, in un’incauta retromarcia, il Tir travolge trenta mezzi parcheggiati lungo la via. Nella città deserta, il camion ha tutto l’agio per dileguarsi. La polizia non arriva, benché la questura si trovi nell’isolato a fianco; fino alla mattina non pervengono neppure i vigili urbani.
Per far partire le pratiche assicurative è necessaria la targa del Tir. Ma, in una foto fortunosamente scattata da un abitante insonne, la targa si legge appena e i vigili urbani, ad oggi, non sanno fornire indicazioni. A cosa servono le mille telecamere su cui il sindaco Nardella ha costruito la sua campagna elettorale? Forse più alla propaganda che agli abitanti: ne abbiamo avuto dimostrazione quando, per aver tracciato tag inoffensivi nei pressi di palazzo Strozzi, alcune settimane fa due giovani writers sono state individuate proprio per mezzo delle telecamere, riconosciute, denunciate.
In una città normale, una strada come via delle Ruote su cui affacciano edifici residenziali di tre-quattro piani, avrebbe dovuto costituire un naturale presidio contro fatti come quello narrato. Ma Firenze non è una città normale. Il centro è in balìa della rendita immobiliare, degli appartamenti frazionati, dati in affitto a ore e vuoti oggi per difetto di turisti. Il bar all’angolo sulla via in questione gestisce le colazioni per una ventina di B&B. In pochi vivono il quartiere. Le relazioni di vicinato sono saltate, i collanti sociali dissolti. Le case, quando abitate, divengono fortini dove consumare serie televisive. La sensazione di insicurezza nasce da qui. Da questo vuoto sociale, non dalle marginalità razzializzate e criminalizzate dalla retorica del degrado e dalle politiche securitarie con cui è, da troppi anni, gestito il centro di Firenze.
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