È un testo troppo lungo, chiedo scusa a chi sceglierà di “impegnare” il suo tempo a leggerlo.
Grazie all’Associazione Progetto Firenze c’è stata ampia diffusione dei dati dell’ufficio statistica della Città di Firenze (oggi è sul Corriere Fiorentino, ma è uscita anche da un paio di giorni su StampToscana: https://www.stamptoscana.it/firenze-sempre-piu-vuota…/)
In questo ultimo anno abbiamo perso molta popolazione residente.
C’è un docente universitario che ha parlato di furia ideologica nel ritenere la cosa rilevante. La cosa sarebbe normale, secondo questa persona.
Cosa si dice essere normale? Che le persone giovani o le famiglie con figlie e figli preferiscano andarsene da un centro urbano.
Ci dice anche che l’unica speranza per il nostro futuro è l’immigrazione.
Interessante.
Io ho vissuto i miei primi anni in Mugello. Trasferirmi a Firenze, durante le superiori, ha significato molto, per ragioni soggettive. Quando ho avuto l’occasione di andare a vivere da solo – rigorosamente in affitto, come è sempre stato anche in famiglia da quando sono nato – ho avuto la fortuna di trovare (una persona che mi ha aiutato a trovare) un appartamento in cui far entrare i libri e i fumetti (occupano spazio) impegnando solo il 50% della mia busta paga. Metà del mio lavoro copriva questo, utenze escluse si intende, ma era sostenibile, non avendo altre persone a carico. Pur avendo un impiego a tempo pieno ho dovuto contare sull’aiuto della famiglia per poter rateizzare l’acquisto della macchina. Ma era un privilegio. Un contratto a tempo indeterminato prima ancora della magistrale non era scontato. Poi è arrivato il licenziamento (e un dottorato) e ora tutto è meno “tranquillo” (con il sollievo di aver finito con le rate della macchina…).
Io so che oggi non avrei speranze per un mutuo. Non ho alcuna certezza occupazionale, complice l’aver scelto di dare priorità all’impegno politico certo, ma non sarebbe molto diverso se anche fossi rimasto a lavorare nei Centri di Assistenza Fiscale.
Trovo ingiusto che sia considerato normale che me ne debba andare dalla mia città per ipotizzare di avere una famiglia.
Trovo vergognose le parole di un “collega” del Partito Democratico, che considerava positive le promesse di Toscana Handling di salvaguardare i livelli occupazionali di oltre 400 persone per 24 mesi. Si può vivere senza avere certezza alcuna di cosa capiterà dopo due anni? Certo potrebbe cadere un asteroide, o anche solo un vaso sulla testa. Però stiamo parlando di sicurezze relative, che un tempo si ritenevano indispensabili.
Non so se riuscirò a resistere in affitto nel Comune di Firenze. Sono ottimista e so di essere una persona relativamente fortunata. Talvolta mi sento persino in colpa per il “privilegio”, che è un capolavoro di questa società in cui viviamo, farci sentire individualità in una guerra permanente con chi sta peggio o leggermente meglio.
A me piacerebbe essere un giorno un rivoluzionario di professione, ma serve un contesto in cui potersi definire così. Per adesso continuo a fare politica nelle modalità che ho praticato e pratico. È insostenibile che chi vive del proprio salario non possa vivere nella sua città. È insostenibile vedere il Comune di Firenze cancellare la residenza a chi vive sul suo territorio e ignorare chi evade il fisco per poter godere meglio della propria rendita (la cancellano a chi vive in uno spazio occupato, ma per ora non si preoccupano di chi non vive più in centro storico, ma lì risulta stare per evitare di pagare le tasse, pur restando vuoto l’immobile).
Ora mi metto a scrivere la mail della domenica, in attesa di ascoltare le risposte della Giunta di domani alla nostra richiesta di commenti.
Con uno squarcio di vita personale, che forse non era opportuno condividere, ma se siete arrivati fino a qui posso solo rinnovare le scuse per il tempo che vi ho sottratto!