“Risalta la prima vittoria del movimento delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi archivistici e bibliotecari. Nell’approccio complessivo però rimane la scelta di tenere la testa rivolta al passato, come confermano le quaranta bocciature ai nostri emendamenti”
Dmitrij Palagi, Antonella Bundu – Sinistra Progetto Comune
Ci abbiamo provato, con 40 proposte precise, legate anche ad aspetti di visione della città, oltre che su singoli aspetti. Per ognuno di quegli emendamenti c’era un lavoro condiviso, con chi sta fuori dalle istituzioni ma non può fare a meno della politica, in tempi di antipolitica.
Di chi deve lottare per avere garanzie per il proprio lavoro precario in appalto, come hanno fatto le biblioarchiprecarie e i biblioarchiprecari, ottenendo esattamente quei 12.560.937,21 euro che avevamo individuato come necessari per garantire tutti i servizi in quel comparto (si partiva da 10.499.224,74 euro, quindi si parla di una differenza incredibilmente vicina ai 2 milioni necessari di cui si parla da mesi). Se solo l’Assessore alla Cultura fosse venuto in Commissione quando si discuteva del tema, oggi nelle conclusioni avrebbe potuto tenerne conto (per l’appunto l’Assessore con delega alla Cultura fa anche il Sindaco). Quella lotta comunque continua, perché le internalizzazioni rischiano di essere una condanna alla disoccupazione di chi per oltre un decennio ha operato per il Comune di Firenze.
Così come continuano le mobilitazioni per investimenti diversi sulla cura del patrimonio immobiliare della città, da usare prioritariamente per intervenire sull’emergenza abitativa e da tenere a disposizione per il futuro che ci attende.
Prosegue inoltre la necessità di avere risposte concrete per gli armadietti blindati per Polizia Municipale, per permettere agli uomini e alle donne di non dover portare nelle proprie case le armi. La maggioranza ci aveva confermato di volerli a inizio consiliatura: ma ancora niente di concreto ci risulta sia avvenuto (o almeno nessuno ci ha illuminato in tale senso in aula).
Il mondo sta cambiando, di crisi in crisi. L’Europa sembra essere sempre più piccola e anziana, marginale. Le nostre città hanno bisogno di prendere atto che il futuro deve vederci disponibili ad avere visioni adeguate ai bisogni che stanno emergendo ed emergeranno.
La guerra in Ucraina non nasce oggi, ma ha registrato in questi giorni una drammatica evoluzione, con la criminale invasione russa. Anche per questo speravamo di poter spendere più risorse in cooperazione internazionale e aiuti ad altri territori, oltre che finanziando le campagne contro le armi atomiche.
Non è stato semplice parlare anche di “altro”, ma era tra i nostri compiti istituzionali non sottrarci: ci è apparso chiaro quanto le destre e il centrosinistra siano affini sulle tematiche legate alla gestione economica delle risorse.
Su alcuni temi ci sono ancora divisioni classiche (pensiamo alle discriminazione, all’approccio ad alcuni aspetti sociali), ma sull’inevitabilità dello stato di cose presenti invece è drammaticamente un’Amministrazione conservatrice. Si continua a rivendicare un nuovo aeroporto, alta velocità, promozione turistica, marketing per vendere gli immobili della città e così via.
Si gestisce la fine di questa consiliatura, mentre il mondo cambia.
Insistiamo e insisteremo, rispondendo a chi vive la città.