Censimento del patrimonio edilizio abbandonato, sfitto e/o invenduto da oltre due anni (pubblico e privato): uno strumento da tenere costantemente aggiornato e che riporti, nel caso di edifici pubblici, la tipologia dell’immobile.
Vincolare tutti gli immobili adibiti a servizi pubblici, rispettando i vincoli di donazione per chi ha voluto offrire alla città spazi da destinare ai servizi socio-sanitari.
Urbanistica partecipata: progettare il futuro della città confrontandosi con le tante osservazioni e le elaborazioni di questi mesi. Creare momenti pubblici per rivedere in maniera condivisa le singole schede, permettendo votazioni più consapevoli a Consiglio comunale e di Quartiere.
Urbanistica di genere: si tratta di riconoscere i bisogni sacrificati da parte di persone disconosciute. Non si tratta solo delle donne, penalizzate spesso nella progettazione degli spazi nel corso dei secoli, ma di una prospettiva intersezionale.
Piano di Edilizia Residenziale Pubblica: entro 5 anni, eseguito il censimento, predisporre con Regione Toscana e Casa S.p.A. per recuperare nuovi alloggi. Innovare e migliorare la pianificazione, che sia ordinata e ragionata. Politica di recupero immediato di alloggi sfitti (800 a Firenze e 1400 nell’area metropolitana). Ci sono circa 200-250 rilasci l’anno ma senza risorse per fare ristrutturazioni, né da parte dello Stato né dalla Regione. Chiarire il fatto che senza adeguati alloggi l’impoverimento dei nuclei assegnatari aggrava l’assenza di risorse. Recuperare spazi soprattutto nel centro storico, sviluppando i servizi adeguati e necessari.
Creare un tavolo politico capace di intervenire con una funzione di mediazione per gli sfratti e gli sgomberi, tutelando le piccole proprietà e chi vede negato il diritto alla casa, favorendo soluzioni prima dell’aggravarsi delle soluzioni.
Contrasto alla rendita, favorendo canoni concordati e elaborando una funzione di garanzia a tutela di piccole proprietà e inquiline/i.
Tutelare al massimo l’area ex OGR, dopo la mancata occasione di recuperare la proprietà dell’area e garantire un futuro alle Cascine senza l’ipotesi di fondazione (più personale per la cura del verde per integrare il presidio dell’area).
Interventi su tutte le aree soggette a isole di calore, per mitigare le conseguenze entro 5 anni.