“Quanto sono brutte le regole. Soprattutto se colpiscono persone senza diritti. O quelle classi lavoratrici che nonostante i loro sforzi restano tagliate fuori dalla redistribuzione delle ricchezze… Ma quelle regole – sottolineano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – piacciono tanto a chi ci governa, di centrosinistra o di centrodestra che siano.
Le regole che non piacciono a chi ci governa, di centrosinistra o di centrodestra, sono quelle che garantiscono (per ora) a chi fa giornalismo di fare giornalismo e alla cittadinanza attiva di esercitare i propri diritti, anche in forma associativa. Che poi sono forme di tutela dei diritti, più che regole.
Il servizio di Report doveva riportare quanto la Giunta a canali unificati sostiene quotidianamente, senza contraddittorio? Perché forse non se ne accorgono ma al Consiglio comunale non viene data quella centralità che dovrebbe avere, nel dibattito pubblico, anche da parte di chi governa. Il problema nasce da lontano ed è complessivo, ovviamente, favorito dal perverso meccanismo dell’elezione diretta del Sindaco, che lo fa sentire legittimato a essere il “capo” (quando in democrazia non esistono capi). I capi parlano senza contraddittorio, chi fa giornalismo non può valutare liberamente chi ritiene corretto sentire per fare informazione (davvero la reazione scomposta ci lascia spiazzati).
Su Italia Nostra rifiutiamo di esprimerci nel merito del ricorso. Perché non è questo che viene loro contestato. La Giunta e la maggioranza scelgono di mettere in discussione, dall’alto verso il basso, una scelta evidentemente lecita (altrimenti non sarebbe stato loro permesso di fare ricorso). Leggeremo tutta la documentazione e se ci sarà un confronto con l’Associazione – aggiungono Palagi e Bundu – ci confronteremo nel merito delle loro decisioni. Che non si dica però che è stata ascoltata. Perché ricordiamo come è stata trattata e come si siano rifiutate tutte le proposte di Firenze Riparte a Sinistra ieri e Sinistra Progetto Comune oggi.
In genere i ricorsi sono diretta conseguenze dell’incapacità politica di ascoltare e di coinvolgere le parti quando si è al governo.
Poi la politica non conta nulla, si dice, quindi figuriamoci se può assumersi le sue responsabilità, senza criminalizzare un’associazione.
Forti con i forti, deboli con i deboli. Italia Nostra non è uno stakeholder che può attrarre grandi capitali privati. Report non è un salotto televisivo troppo ambito.
Prendiamo atto. Chi è cresciuto politicamente sotto i Governi Berlusconi – concludono i consiglieri di Sinistra Progetto comune – ha di che sorridere amaramente”.